Forse quello più stupito di tutti, dopo la brutta sconfitta interna contro l'Hapoel, è stato proprio il tecnico dell'Inter De Boer. Certo, ha fatto un turn over importante, un po’ per necessità (in Europa non può schierare Joao Mario, Gabigol, Kondogbia e Jovetic), un po’ per necessità (in vista della Juventus) e in campo i suoi uomini non hanno trovato i giusti punti di riferimento. Con Melo, Biabiany, Brozovic e Palacio all’esordio stagionale dal 1' e inevitabilmente a corto di ritmo, l’Inter non riusciva a coprire bene gli spazi con un 4-3-3 che aveva evidenti problemi in fase di impostazione della manovra perché privo di un regista di ruolo. L’Hapoel, che avrebbe dovuto venire a San Siro con un atteggiamento prudente, ha capito di poter osare e invece di puntare sul 5-4-1 paventato alla vigilia, ha avanzato di qualche metro le catene degli esterni passando al 3-4-3 fin dall’inizio. E’ stato un segnale con il quale Bakhar ha fatto capire di volersela giocare a viso aperto. L’Inter lo ha sottovalutato e ha pagato un conto salato. Gli israeliani hanno lasciato giocare gli avversari per poi colpirli con veloci ripartenze. Lucio Maranhao di testa ha messo a lato di testa un bel cross di Buzaglo dopo appena 8' e De Boer è corso ai ripari spostando in avanti Brozovic. Il 4-3-3 è diventato un 4-2-3-1, ma nonostante il cambio tattico, il palleggio è rimasto lento e là davanti la squadra non ha trovato sbocchi. E’ stato così l’Hapoel a sfiorare di nuovo il gol con Maranhao fermato da una parata di Handanovic.
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De Boer tradito dai suoi. L’Inter ha sottovalutato l’impegno e così l’Hapoel…
Forse quello più stupito di tutti, dopo la brutta sconfitta interna contro l'Hapoel, è stato proprio il tecnico nerazzurro
(Corriere dello Sport)
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