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Lei in inverno è uscito malamente dal Mondiale con il Belgio, il City arrancava dietro l’Arsenal. Cosa è cambiato in questi ultimi mesi?
«I Gunners erano avanti ma non di tanto. Abbiamo giocato bene nella prima parte di stagione, anche se eravamo secondi. Poi siamo migliorati e abbiamo recuperato. Ma il campionato è diverso da una competizione europea».
Ma la Champions non avreste dovuto già vincerla a questo punto, dopo cinque Premier League dominate in sei anni?
«Sì e no… non so rispondere a questa domanda. Di certo, non l’abbiamo ancora vinta ma sono stati otto anni incredibili per me qui al City. Non puoi vincere tutto. Ma sicuramente proviamo a vincere ogni partita e alla fine abbiamo raggiunto risultati straordinari. Certo, vogliamo la Champions. Ora abbiamo la nostra chance domani a Istanbul».
Due anni fa il City ha perso, da favorita, la finale di Champions contro il Chelsea e lei venne subito sostituito per il brutto colpo subito al volto. Stavolta si è preparato diversamente, dal punto di vista fisico e mentale?
«No. L’unico cambiamento per me rispetto a due anni fa è che ho una figlia in più (ride, ndr). Prima della partita penserò solo a rilassarmi per fare sul campo ciò che mi viene meglio».
Certo, se doveste mancare la Champions anche stavolta, la vostra squadra e anche lei come giocatore forse non entrerete mai più nella leggenda del calcio.
«Sicuramente vincere questa coppa aiuterebbe, sia me che il City. Ma sono contento di quello che sono e di quanto dimostrato sinora. Quindi vincerla non farebbe differenza. Nel senso che in ogni caso io non cambierò ciò che sono. Se stai bene con te stesso, tutto andrà bene, in ogni caso».
Ma senza la Champions non è la stessa cosa, suvvia.
«Mah.. anche se domani vincessimo contro l’Inter, poi ci sarebbe sempre qualche commentatore che alzerebbe il dito per dire: “Eh, ma se non aveste perso in coppa di Lega contro il Southampton, oggi staremmo qui a parlare di quadruplete”. Va sempre così. Ripeto: noi proviamo sempre a vincere ogni partita, ma non puoi essere sempre il migliore. Magari qualche volta noi non siamo così brillanti, o l’avversario gioca meglio, come ci è successo in passato. Capita e bisogna accettarlo. Certo, è una vigilia speciale. Ma secondo me la chiave sarà questa: più rilassati arriviamo a questa finale contro l’Inter, e più possibilità avremo di vincere la Champions».
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