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De Calò: “Atalanta da scudetto: ecco perchè. Inter in decollo ma in Serie A…”

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alessandro De Calò ha parlato così di Atalanta, rientrata in corsa per lo scudetto

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alessandro De Calò ha parlato così di Atalanta, rientrata in corsa per lo scudetto:

"Nelle ultime quattro giornate, l’Atalanta ha recuperato due punti sull’Inter, otto sul Milan e sette sul Napoli che va ad affrontare stasera allo stadio Maradona. In questo momento non c’è un’altra squadra che viaggia così forte in Serie A. Da quando Gian Piero Gasperini è arrivato a Bergamo, nel 2016, i nerazzurri hanno cambiato dimensione. Per più di mezzo secolo erano stati una squadra-ascensore, come si dice in Spagna. Retrocessioni in B e promozioni in A, discese ardite e risalite, avevano assunto il sapore inevitabile di un’abitudine. Adesso è tutta un’altra musica. C’è un presidente miliardario, intraprendente, che viene dal campo: negli anni Settanta, Antonio Percassi ha giocato più di 100 partite da titolare nella difesa dell’Atalanta. C’è uno stadio rimesso a nuovo, ben piantato nel presente. Ci sono giocatori super, un bilancio in utile e un fatturato vicino ai 200 milioni che continua a crescere. C’è un fascino che contagia e non conosce confini: dopo una delle tante imprese europee, l’autorevole Equipe aveva cominciato a chiamarla “Inter di Bergamo” e non solo per i colori delle maglie. Giocarci contro – come ha sentenziato Pep Guardiola – è peggio che andare dal dentista. Ci sono i risultati, i punti in classifica. Di solito l’Atalanta scontava una partenza complicata – da diesel ingolfato – per poi recuperare e chiudere con grandiosi rush finali. I tre terzi posti di fila nelle ultime stagioni seguono questo percorso: i 41, 43 e 42 punti collezionati nei gironi di ritorno sono diventati un “must” e una costante. Stavolta c’è qualcosa di diverso in partenza, alla 15a giornata il Gasp non aveva mai sfondato il tetto dei 28 punti: ne ha 3 in più e se si tiene conto della proiezione molto potrebbe cambiare".

"È arrivato il momento del salto definitivo? O meglio: l’Atalanta è pronta per vincere lo scudetto? Comincio a sospettare che lo sia e, certo, non sono l’unico. Ma la Dea deve dimostrare di non essere soltanto una sensazione che ha a che fare con le possibilità. La sfida di stasera a Napoli può indirizzare la corsa per il titolo, darci un segno importante su quello che potrà succedere. Fino a poche settimane fa, sembrava che lo sprint fosse una partita a due, al massimo tre considerando l’Inter. Ora sono in quattro a giocarsela, raccolte in cinque punti. La partita è aperta. C’è un’Inter che appare in decollo, però non esiste una squadra dominante e ciascuna ha le sue imperfezioni. Questo gioca a favore dell’Atalanta, anche se rimane un dubbio. Tipo: nel calcio di oggi può esserci ancora spazio per uno scudetto “provinciale” che richiama le imprese del secolo scorso della Fiorentina di Pesaola, del Cagliari di Riva, della Lazio di Maestrelli, del Torino di Graziani e Pulici, della Samp di Vialli e Mancini? Viviamo in un mondo diverso, eppure il format del Davide che sconfigge Golia continua a sedurre la gente. Per quanto incredibile, l’impresa di Claudio Ranieri campione d’Inghilterra con il Leicester fa parte della storia. E nel maggio scorso in Francia, il piccolo Lille ha vinto la Ligue 1, strappando il titolo all’ingiocabile Psg. Può succedere anche in Italia. Ci si avvicina allo scudetto per sedimentazioni. L’ultimo step è il più difficile, può dipendere anche da qualche congiuntura astrale e dai lapsus degli avversari. Dettagli. Di sicuro Gasperini ha già imposto un’egemonia, quella del suo gioco, che ha contagiato il calcio italiano. Oggi non c’è più un’Atalanta, ne esistono almeno tre considerando Torino e Verona. E tracce del Gasp si vedono in quasi tutte le squadre. È già una vittoria ai punti. Gli manca solo il colpo del kappaò".