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De Laurentiis: “Il vero problema del calcio? I ricatti dei procuratori. In Italia…”

Matteo Pifferi Redattore 
"Non bisogna dare la possibilità ai club, poi, di essere procuratori dei calciatori", aggiunge Aurelio De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis, nell'audizione in Senato in cui ha discusso delle criticità che fronteggiano le società sportive, ha puntato il dito contro i procuratori:

"Bisogna eliminare i ricatti dei procuratori che sono la vera problematica del sistema calcio per l'indebitamento. Fanno lievitare i costi dei calciatori. Si può allungare la legge sulla durata dei contratti, di almeno otto anni, così che dopo i primi due non ci sia un agente che vada da altre società per far salire l'ingaggio previsto inizialmente. Non bisogna dare la possibilità ai club, poi, di essere procuratori dei calciatori. Il problema si risolverebbe, perché non ci sarebbero situazioni illegali, di cui sentiamo parlare all'estero senza prove concrete. Mi spiace sottolineare che i politici in generale credono che il Governo non debba interessarsi in termini economici del calcio, o meglio che non possa creare le condizioni che possano eliminare i miliardi di debiti che vengono accumulati ogni anno. Non chiediamo soldi, ma modifiche legislative che permettano al nostro settore di recuperare energie finanziarie"

Sui calendari

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"Abbiamo permesso un caos totale nel passare da 16 a 18 e poi a 20 squadre, ma le partite continuano ad aumentare, fino a 75-80. I giocatori saranno usurati, almeno chi riuscirà ad arrivare fino alla fine. Magari qualche campione l'anno seguente dovrà stare in pensione e non partecipare con la stessa fisicità, preparazione e mentalità al campionato successivo".

Sugli stadi

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"Non abbiamo infrastrutture, si è fatta una legge per accelerare ma è tutto da vedere perché poi quando si passa alla politica locale interviene il burocratese. Per investire negli impianti bisogna vedere anche un cleaning delle tifoserie. In Inghilterra gli hooligans sono stati messi fuori, in Italia ci sono tifoserie condizionanti che possono dettare limitazioni sulla frequentabilità dello stadio. Quando ho posto il problema ai governi passati, sono rimasto basito perché mi è stato detto che i sostenitori non possono essere gestiti. Probabilmente perché rappresentano voti. Questo è gravissimo, è un'ammissione di debolezza dello Stato, che ammette la delinquenza negli stadi, che sono terra libera. È inconcepibile"