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A quattro giorni dalla sentita sfida di campionato contro l'Inter, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato alcune dichiarazioni - molto dure - legate alle sanzioni inflitte allo stadio San Paolo in vista dell'incontro di domenica.
Presente al Circolo Canottieri, il numero uno azzurro ha iniziato parlando così: "Sono sempre stato un paladino del riscatto, conoscendo i propri limiti, educazionalmente parlando. Il nostro paese è maleducato, ma nessuno ne vuole prendere coscienza. Quando siamo a teatro o al cinema, ridiamo e guardiamo il vicino che ci sta affianco. Non pensiamo mai di stare noi su quel palcoscenico o su quello schermo. Questo paese in cui ho vissuto, dove gli stessi critici non capivano e criticavano i miei film senza capire che io criticavo il paese. E' un paese dove è scomodo vivere, non riesce a sconfiggere la mafia e la camorra. Mi sono stufato!"
Successivamente, in merito a Napoli-Inter e alla paventata chiusura del San Paolo, De Laurentiis ha raccontato la sua reazione: "Quando ieri mi si è detto all'improvviso che chiuderemo lo stadio domenica per Napoli-Inter, m'è salita una mappata nello stomaco. Ho chiesto di parlare subito col prefetto di Napoli, il dottor Panico. Era un'infamia che si stava realizzando alle spalle dei napoletani, perché ci sono trenta cretini che hanno assaltato un commissariato. Chi sono questi 30 cretini? Diamogli una lezione".
Infine, come soluzione, ecco cosa ha proposto il presidente della società napoletana: "Non siamo stati capaci di governare Fiorentina-Napoli a Roma o il flusso degli olandesi a Roma e ci siamo fatti distruggere la "Barcaccia". Lo sport significa 'incontro' e non 'scontro'. Io mi son detto, oggi, col sindaco al quale voglio molto bene, di andare da Alfano e far applicare la legge inglese, altrimenti io lo stadio non lo faccio. Sono pronto ad investire i miei soldi, iniziando i lavori del San Paolo già il prossimo 1 luglio. Quando Alfano si immola televisivamente parlando, dicedo di fare i Daspo, sbaglia. Deve mettere in atto la legge inglese che ha ripulito il calcio. Non mi metto a costruire nuove strutture per farmele distruggere. Tifare per i colori della propria squadra, in maniera corretta e sana, questo bisogna arrivare. Ci sto scommettendo la mia faccia e i miei soldi, perchè il Napoli più di così non può fatturare. Sottolineo con fermezza questa mia idea inderogabile. Caro De Magistris, caro Malagò, bisogna chiamare Alfano per voltare pagina".
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