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De Canio: “Può essere l’anno dell’Inter. Conte mister nato. E con Eriksen ha…”

Marco Astori

Le parole del tecnico a Tuttosport: "Conte è un mister nato, un animale da campo, maniacale nei dettagli. Già allora aveva le idee chiarissime"

Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Gigi De Canio, allenatore, ha parlato così in vista di Parma-Inter di questa sera, partita che metterà di fronte AntonioConte, suo vice al Siena, e Roberto D'Aversa, suo giocatore in bianconero.

Si aspettava che potessero arrivare a questi livelli?

«Zero dubbi. Conte è un mister nato, un animale da campo, maniacale nei dettagli. Già allora aveva le idee chiarissime e traspariva la sua determinazione. Le faccio un esempio: mi chiese di poter riprendere e urlare con i giocatori durante la partita, dato che io ero più pacato. Capii immediatamente che la sua voglia di collaborare lo avrebbe portato lontano. Discorso simile per D’Aversa. Con Roberto parlavamo tanto di tattica, ci piaceva discutere. Si vedeva fosse strutturato per questo lavoro».

In cosa possono migliorare i due?

«Essere un allenatore è un dono. Uno lo è, o non lo è. Non credo ci possano essere delle situazioni in cui qualcuno ti possa dire dove perfezionarti. Il vero tecnico lo capisce da solo, maturando attraverso le esperienze che vive».

Allora giriamo la domanda: cosa apprezza dei due?

«Per essere allenatori bisogna essere competenti a 360 gradi. Un mister è una guida, non soltanto per i giocatori, dato che deve possedere capacità e competenze per interagire con ogni figura professionale all’interno del club. È la sintesi del tutto. Conte e D’Aversa sono stati sempre molto determinati. Roberto da giocatore in allenamento alla minima contrarietà, sbroccava. Così io col sorriso sulla bocca, lo multavo ogni qual volta lanciava il pallone lontano. Di 50 euro in 50 euro ha imparato la lezione (ride, ndr). Quel carattere lo ha portato a raggiungere brillanti risultati. Si è fatto da solo. Come Conte, vincendo sul campo i campionati, a differenza di Pirlo che grazie al suo passato da grandissimo calciatore è partito subito dalla panchina della Juventus».

A proposito di carattere. Conte non si è curato mai delle critiche ricevute, vedi il caso legato alla situazione di Eriksen.

«Ha dimostrato le proprie capacità e la sua onestà intellettuale. Un mister prende certi provvedimenti dopo aver considerato svariati aspetti, non guarda soltanto se uno è bravo o meno. Ma sceglie i giocatori che reputa più adatti in base alle proprie esigenze. Poi appena ritiene che quel calciatore possa fare al caso suo, non ha dubbi e gli concede lo spazio che merita, nonostante corra il rischio di venir criticato per non aver preso prima tale decisione».

Come vede questo Parma-Inter che chiuderà questo turno infrasettimnale di campionato?

«Sulla carta i nerazzurri sono favoriti, ma il calcio è bello perché spesso accade l’imponderabile. Non posso dire ‘vinca il migliore’ perché sembrerebbe che parteggiassi per l’Inter, dato che la squadra milanese è più forte del Parma. Perciò auguro a Conte e a D’Aversa di raggiungere gli obiettivi preposti».

Conte sembra lanciato verso la conquista dello scudetto dopo il dominio lunghissimo della Juventus.

«Ho sempre pensato che questo potesse essere l’anno dell’Inter. A maggior ragione adesso. La Juventus ha troppi alti e bassi: manca quella continuità che l’ha contraddistinta negli altri anni».