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La Serie A non si ferma. Decreto per giocare a porte chiuse nelle regioni a rischio

Andrea Della Sala

Dopo lo stop di alcune gare dello scorso weekend si riparte giocando alcune gare a porte chiuse nelle zone più colpite dal Coronavirus

Dopo le partite saltate nello scorso weekend, la Serie A è pronta a ripartire in pieno anche se molte gara saranno giocate a stadio vuoto.

"Il campionato di calcio di serie A va avanti. Zoppo, ma va avanti. Ed è l’unico pallone a rimbalzare, visto che rugby, volley e probabilmente basket hanno scelto il rinvio. Nelle regioni dell’emergenza coronavirus si giocherà a porte chiuse. Compresa la sfida scudetto Juventus-Inter in programma domenica sera allo Stadium. La speranza è che la disposizione possa esaurirsi domenica primo marzo, ma il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina non può escludere «ulteriori misure restrittive». Mentre la serie B farà le sue scelte stamattina", spiega La Gazzetta dello Sport.

"Porte chiuse che scatteranno nelle sei regioni dell’emergenza – Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna - con il resto delle partite a stadi aperti. Guardando a questo fine settimana: sei partite (Juve-Inter, Sampdoria-Verona, Sassuolo-Brescia, Milan-Genoa, Parma-Spal e Udinese-Fiorentina, anche se la regione Friuli ha chiesto il rinvio e i club erano d’accordo a giocare lunedì a porte aperte) nel silenzio, altre quattro (Lazio-Bologna, Napoli-Torino, Cagliari-Roma e Lecce-Atalanta) senza chiusure. Gravina, infatti, ha chiesto e ottenuto che ci fosse un «coordinamento» nei contenuti delle ordinanze delle regioni. Dunque, il Decreto ha fissato per il primo marzo l’ultimo giorno di restrizioni. Riguarda tutte le regioni, anche se inizialmente il Piemonte aveva limitato a sabato 29 febbraio il divieto, «liberando» Juve-Inter. La prima partita che si giocherà con San Siro vuoto sarà comunque la sfida di Europa League fra Inter e Ludogorets di giovedì", aggiunge il quotidiano.