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Del Piero compie 50 anni, Totti ricorda: “Una volta gli dissi di tutto”

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L'intervista concessa dall'ex capitano della Roma su uno dei compagni con cui ha vissuto l'esperienza in Germania nel 2006
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Alessandro Del Piero compie oggi 50 anni. Dell'ex capitano della Juventus ha parlato colui che, anche attraverso una rivalità importante, lo ha vissuto più di tanti altri negli anni della nazionale e non solo. Francesco Totti, infatti, è diventato nel tempo amico sincero di Del Piero. E ha raccontato il loro rapporto in una intervista per Repubblica.

Del Piero compie 50 anni, Totti ricorda: “Una volta gli dissi di tutto”- immagine 2

Totti, le fa effetto pensare che Alessandro Del Piero, il suo amico, stia festeggiando adesso i suoi cinquant’anni?

«Sembra difficile da credere. Cinquanta anni. Mi pare ieri che eravamo due ragazzi di diciotto, vent’anni. Distanti eh: lui vinceva gli scudetti, giocava la Coppa Campioni. Io… be’, io ci ho messo un po’ di più.


Però ci guardavamo, ci studiavamo, forse ci cercavamo anche, già da ragazzini».

Dica la verità. Ma lei e Del Piero, così simili, così talentuosi, spesso in ballo per lo stesso posto in Nazionale, non siete mai stati rivali?

«Rivalità? Forse, all’inizio. Lui lo ha detto bene una volta: eravamo più complici, che rivali. Poi c’era a chi avrebbe fatto comodo che fossimo rivali: lui rappresentava la Juventus, io quasi il suo opposto, la Roma e Roma a qualcuno non piace e non è mai piaciuta. Ma noi in questo gioconon siamo mai caduti, anzi. Ci rispettavamo proprio perché capivamo l’uno il ruolo dell’altro. Le responsabilità di rappresentare qualcosa che andava oltre la singola squadra».

Del Piero compie 50 anni, Totti ricorda: “Una volta gli dissi di tutto”- immagine 3

Lei debuttò in Nazionale proprio subentrando ad Alex, Italia-Svizzera 2-0 del 1998.

«Sì, all’esordio sono entrato al posto suo e al momento del cambio mi ha strizzato l’occhio: credo da quel gesto sia iniziata a nascere la nostra sintonia».

Da lì alla finale di Berlino con la coppa.

«Sì, il Mondiale è stato la chiusura del cerchio. Perché se agli Europei del Duemila eravamo quasi alternativi, in Germania eravamo complementari. E forse lo siamo anche caratterialmente: lui più riservato, io più espansivo. Ma siamo sempre andati d’accordo, anche per questo forse».

Lo ha un ricordo particolare, un aneddoto, su quella finale?

«Prima della finale eravamo tutti svegli, non riuscivamo a dormire. Lui a un certo punto, saranno state le due, ci fa: “Vabbè, io sono abituato alle finali, vado a dormire…”. Gli abbiamo detto di tutto, ma qui c’è tutto Alessandro. Un grandissimo cinquantenne».