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Delio Rossi: “Taglio ingaggi? I calciatori non accetteranno mai di lasciare soldi alle società”

Daniele Vitiello

Le parole dell'ex allenatore di alcuni club di Serie A

"Quelle immagini di Bergamo, delle bare trasportate dai militari, sono un pugno allo stomaco. Sono legato a quella gente. Ho conosciuto il popolo bergamasco, sta vivendo questa tragedia in maniera discreta. E si rialzerà”. Così a TuttoMercatoWeb l’ex allenatore di - tra le altre - Atalanta, Lazio e Palermo, Delio Rossi.

Serie A: si ripartirà?

“Il campionato è iniziato e va finito. Potrà accadere tra un mese, due o tre. Ma va finito. Non si possono certo cambiare le carte in tavola”.

Ripartendo più tardi, si rischia di pregiudicare il prossimo campionato. E poi ci saranno gli Europei.

“Beh un’idea potrebbe essere quella di giocare, il prossimo anno, un mini torneo come in Argentina. Ci sono troppi interessi in ballo. Tutti vogliono cominciare per un discorso economico non certo perché gli interessa il gioco del calcio. E comunque questa situazione magari sarà un’occasione per ristrutturare i campionati. Non ha senso avere sessanta squadre in C, venti in B e venti in A che non riescono ad andare avanti”.

“Nel calcio ci sono i contratti e sono sempre individuali non collettivi. Non può esserci una norma che riduca lo stipendio a tutti. Bisognerebbe fare delle distinzioni, la A e parzialmente la B possono anche rinunciare a dei soldi. Ma in C c’è gente che guadagna 1500 euro. Non è una situazione facile. Poi conosco abbastanza i calciatori: non accetteranno mai di ridursi lo stipendio per lasciare i soldi alle società. Discorso diverso per destinare i soldi alla solidarietà. E poi se togli il 20% a Ronaldo è un discorso, un altro ad un ragazzo che si affaccia alla Serie A. E poi che colpa hanno i calciatori? Non ci sarà una soluzione univoca che vale per tutti”.

Quando si ripartirà, accadrà a porte chiuse.

“Non sembrava calcio neanche prima perché giocare a porte chiuse è un altro tipo di sport. Il pubblico è fondamentale. Un calcio chiuso e televisivo è altro. Bisognerà trovare una soluzione per gestire l’emergenza, curare gli aspetti sanitari per tutto l’indotto e non solo per i calciatori. Penso a magazzinieri, giornalisti, steward. Abbiamo superato le guerre supereremo anche questa. Ma servirà ricominciare con tutte le sicurezze del caso”.