Gigi Delneri, al netto delle prime settimane con Iachini esonerato a inizio ottobre, è stato il primo allenatore italiano di Rodrigo De Paul. L'ex tecnico friulano ha parlato ai microfoni di TuttoSport del possibile arrivo all'Inter dell'argentino.
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Delneri: “De Paul all’Inter? Banco di prova importante. Mi ricorda…”
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Delneri, il 24enne argentino è pronto per un grande palcoscenico?
«Sono curioso, sarà un banco di prova importante. Ma sono fiducioso. Rodrigo ha qualità molto importanti. In questi anni ha fatto esperienza in ruoli diversi. Quindi è più completo. E lo hanno aiutato anche le prime presenze con la Nazionale. L’ho chiamato per fargli i complimenti proprio dopo la prima convocazione con l'Argentina».
Quali sono state le prime nozioni che ha cercato di trasferire a De Paul a Udine?
«Sicuramente l’applicazione. Il calcio italiano è fatto soprattutto di applicazione. E con me ha iniziato a giocare da esterno offensivo a destra. Ma vedo che in questa stagione sta facendo bene a sinistra. E' migliorato grazie a Velazquez. Ha fatto una stagione eccellente dimostrando di sapersi adattare a vari ruoli, anche a centrocampo. Ha avuto un piccolo calo, ma va benissimo. Vede il gioco, è tecnico. E’ cresciuto tanto e ha margini per migliorare ancora».
Su cosa deve lavorare?
«Dà ancora l’impressione di bearsi un po’ troppo delle sue giocate più spettacolari. Era quello che all’inizio mi provocava qualche arrabbiatura, in senso calcistico si intende. Ma questo è tipico dei giocatori di classe».
E forse può essere indice della sfrontatezza necessaria a non farsi intimidire da una grande piazza.
«E’ proprio così. Il giocatore è formato da quattro componenti: tecnica, tattica, fisico e personalità. L’ultimo aspetto è fondamentale per imporsi ad alti livelli. Bisogna avere la sicurezza di scegliere la soluzione migliore con la palla tra i piedi. Rodrigo ha questa qualità. Le grandi piazze apprezzano la classe unita all’impegno».
Le ricorda qualche giocatore?
«Dico soprattutto Callejon. Bravo con il pallone tra i piedi e dotato di ottimi tempi nei movimenti. E migliorato nel corso degli anni. Lo spagnolo mi piace molto».
E tra i numeri 10 che ha allenato?
«Ho avuto l’onore di allenare Del Piero e Totti. Al di là di ogni considerazione, stiamo parlando di ruoli diversi. Ma i paragoni non mi sono mai piaciuti. De Paul deve solo pensare a migliorare per assomigliare al miglior De Paul possibile. Se proprio vogliamo fare un accostamento, pur parlando anche in questo caso di caratteristiche diverse, allora facciamolo con Di Natale che è stato un numero 10 capace di lasciare un grande segno a Udine. E anche Totò partì da esterno offensivo a Empoli»
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