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Del Piero: “Per lo Scudetto Juve favorita ma nulla è scontato. Dybala? Quel gol all’Inter…”

L'ex bianconero ha parlato così di ripartenza e di Dybala

Matteo Pifferi

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Alessandro Del Piero è tornato a parlare del campionato e del gol di Paulo Dybalacontro l'Inter:

«Non credo che ci fosse bisogno di quel gol per superare un momento che mi pare Paulo si fosse già messo alle spalle. Una cosa è certa: numeri del genere dimostrano che è un giocatore con qualità straordinarie. Un gol così bello, piuttosto, deve dargli maggiore consapevolezza. E vado oltre. Chi ha i suoi mezzi, il suo talento e aggiungo pure la sua testa, deve fare ancora di più. Paulo non deve porsi dei limiti e deve conquistarsi il futuro. Nessuno ti regala niente, lo dico per esperienza. Alla Juve più che mai. Devi dimostrare tutto fino all’ultima partita, figuriamoci nel mezzo della carriera. Il percorso di Dybala è appena iniziato e sarà ancora più bello, sempre con la maglia bianconera ovviamente».

Piano A: si ricomincia a giocare. Potrebbe pesare di più la rosa lunga della Juve o l’entusiasmo della Lazio? L’Inter è ormai tagliata fuori?

«Assolutamente no, nessuna favorita. La Juve è un po’ più avanti, per qualità assoluta. Ma nulla è scontato».

Piano B: non si gioca fino a settembre. Più giusto completare la stagione e comprimere quella seguente oppure concentrarsi sul 2020-21?

«Non posso dare un giudizio, come credo nessuno, perché vanno analizzati i fatti e soprattutto le condizioni sanitarie. Ma sportivamente è meglio finire la stagione, attendere il verdetto del campo. Tutto il resto è una forzatura da evitare, finché sarà possibile».

Come si potrà ripartire?

«La priorità è sempre e comunque la salute di tutti, dunque serve il massimo livello di sicurezza. Ma la seconda priorità deve essere quella di ripartire per affrontare l’altra emergenza: quella dell’economia, dei posti di lavoro. Io credo che tutto questo vada considerato anche quando si parla di futuro dello sport professionistico. Non mi piacciono i discorsi demagogici di chi quasi criminalizza chi sta provando a rimetterci in marcia. Per questo dico che quando si avrà l’ok dei medici sarà giusto tornare a giocare, dapprima ovviamente a porte chiuse. E dunque quello che possiamo fare oggi è continuare a lavorare, studiare le formule dei campionati, i calendari. Questo non vuol dire soltanto tornare a una vita se non normale almeno più normale, ma soprattutto pensare a come far ripartire un movimento che dà lavoro a tante persone. Credo che questo non voglia dire assolutamente mancare di rispetto alla vera priorità, ovvero la salute. La preoccupazione per il futuro c’è in tutti i campi, ovviamente anche per il calcio in generale, non solo per la serie A. Penso pure alle categorie inferiori. Proprio questo è il momento di triplicare le forze: per ripartire e per cambiare davvero. Non so cosa accadrà, ma so che non ci si può più nascondere. Se ne può uscire solo come un sistema, impossibile pensare che solo una parte ci debba lasciare qualcosa. Penso di sapere cosa non deve fare più parte del nostro futuro, ovvero le logiche che guardano solo al presente, senza prospettiva imprenditoriale, senza visione. Tutti oggi devono fare la loro parte, se serve anche noi ex giocatori, quelli che hanno qualcosa da dire o da proporre per il bene del nostro sport. Ovviamente perché se lo meritano, e non per meriti acquisiti in passato».