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Conte e Giampaolo al primo derby. Da Foni fino a Mourinho le prime volte dei tecnici di Inter e Milan

I due allenatori di Inter e Milan sono all'esordio nella stracittadina di Milano

Andrea Della Sala

Sarà il primo derby sulla panchina dell'Inter per Antonio Conte. E anche per il tecnico del Milan Marco Giampaolo. Il primo derby è sempre una grande emozione e prima di loro ci sono passati tanti altri tecnici importanti.

"Nel novembre del 1952 Alfredo Foni, tecnico nerazzurro, scelse la sfida contro i rossoneri per testare il suo nuovo modulo che prevedeva un battitore libero (Blason) e un’ala tornante: rischiare e sperimentare proprio nella partita più delicata dell’anno, ma a Foni andò bene. Il Milan del Gre-No-Li attaccò a testa bassa per ottantacinque minuti, i nerazzurri si difesero con le unghie e con i denti, e a un soffio del fischio finale piazzarono la zampata decisiva con Benito Lorenzi, detto Veleno. Fu l’inizio di una cavalcata che portò allo scudetto dopo tredici anni di magra. Il primo derby il Mago Helenio Herrera non lo dimenticò mai: era il 20 novembre 1960 e tutti gli dicevano che non poteva mica continuare a spedire i suoi all’attacco, che così subiva il contropiede. Alla vigilia del derby il Mago disegnò una tattica più prudente: aspettare e ripartire. Vinse 1-0, con gol di Armando Picchi, e Gianni Brera scrisse sul «Giorno»: «Insistendo su questo modulo difensivo, Helenio Herrera ha in mano le carte per lo scudetto». Previsione sbagliata: il titolo lo conquistò la Juventus. E un anno dopo, nell’ottobre del 1961, AccaAcca si beccò una valanga di critiche perché perse proprio il derby, il primo del suo storico rivale Nereo Rocco. Gioannbrerafucarlo scrisse del Paròn: «Ha catechizzato i difensori fino a convincerli di esser poveretti e non virtuosi». E al termine del campionato lo scudetto fu rossonero", racconta La Gazzetta dello Sport.

"A Nils Liedholm capitò di esordire da allenatore del Milan il 22 marzo 1964, e come avversario si trovò Herrera: la partita finì 1-1 (gol di Altafini e Corso). Ma quella volta il Barone, pur decidendo la formazione, era agli ordini dell’ingombrante direttore tecnico Gipo Viani. Il suo vero esordio, con un Milan tutto suo, fu dunque quello del 6 novembre 1977 che, guardate un po’ il destino, risultò anche il primo derby di Eugenio Bersellini sulla panchina dell’Inter. Il Barone diede una lezione di calcio ai nerazzurri: doppietta di Buriani e rigore di Rivera nel 3-1 finale. E mentre il «sergente» Bersellini scuoteva il testone e non si dava pace, Liedholm gongolava: «Con Buriani e con Tosetto vinceremo lo scudetto» cantavano i tifosi rossoneri. Accadrà nella primavera del 1979, il titolo della Stella.

Se per il Trapattoni nerazzurro il primo derby, il 12 ottobre 1986, si chiuse con uno 0-0 che non dispiacque né a lui né al suo amico-rivale Liedholm, l’esordio di Arrigo Sacchi fu più felice: il 20 dicembre 1987 conquistò la supersfida sfruttando una clamorosa autorete di Riccardo Ferri (colpo di testa che scavalcò un allibito Zenga) e si guadagnò una fetta di panettone. In quei giorni si diceva infatti che, a Natale, il Vate di Fusignano non ci sarebbe arrivato. Invece ci arrivò, e quello che accadde dopo fa parte della storia del calcio. Fabio Capello, nel fantastico ciclo rossonero, partì con un pareggio all’esordio nel derby: 1-1 contro l’Inter di Corrado Orrico, gol di Van Basten e Klinsmann, il primo dicembre 1991. Ad Ancelotti, invece, che poi si sarebbe guadagnato la gloria nei derby di Champions League, capitò di scivolare al debutto: l’Inter di Cuper lo mandò al tappeto con un golletto di Bobo Vieri il 3 marzo 2002. E allo Special One Mourinho il primo derby riservò tanta rabbia: alla fine di settembre del 2008, in una notte bollente, perse 1-0 (gol di testa di Ronaldinho su cross di Kakà), se la prese con l’arbitro e disse che il futuro dell’Inter doveva essere difesa e contropiede", aggiunge la rosea.

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