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È serata di derby e i tifosi di Inter e Milan sperano che le loro squadre infiammino San Siro ma soprattutto sperano che le stelle di oggi scaccino i fantasmi di quelle di ieri, per questo Romelu Lukaku e Krzysztof Piatek sono chiamati a un duro lavoro: quello di riuscire a fare dimenticare i fantasmi del passato che ancora aleggiano su San Siro, ovvero quelli di Pippo Inzaghi e Mauro Icardi, due che in qualche derby sono stati decisivi:
"Fantasmi di ieri e di oggi, fantasmi rossoneri e nerazzurri, fantasmi vicini e lontani. Comunque predecessori che hanno lasciato un segno nella storia dei derby, con i quali i protagonisti attuali dovranno per forza di cose fare i conti. E’ un destino comune quello che mette di fronte Piatek e Lukaku, un contro l’altro armato: sono novelli ghostbuster, alla ricerca di non far rimpiangere troppo chi li ha preceduti.
Piatek sembra essersi sbloccato col rigore di Verona dopo un lungo digiuno, ma deve andare anche contro la "maledizione della maglia numero 9":
"Non c’è nessuno, forse nemmeno Marco Giampaolo, che possa sostenere convinto che il rigore di Verona abbia sbloccato Piatek. Certo, male non ha fatto. E, seguendo gli insegnamenti di Lapalisse, possiamo serenamente affermare che se avesse fallito, sarebbe stato peggio. Tuttavia è quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare. E se il polacco dovesse davvero appartenere a questa categoria, ecco che il derby diventerebbe la sua partita. Può essere che la maglia numero 9 che ha voluto indossare a scapito della scaramanzia (era già stata fatale, dopo che l’aveva avuta Pippo Inzaghi, a una marea di attaccanti). Ma in realtà, già nella seconda parte della stagione scorsa Piatek aveva inceppato il suo fucile da gol. Solo che adesso fa più rumore: intanto perché non ha il beneficio di tutte le reti segnate in precedenza, che comunque gli hanno consentito di concludere al terzo posto nella classifica dei cannonieri (un gol più di Cristiano Ronaldo) un po’ perché questo nuovo Milan che non decolla avrebbe terribilmente bisogno del vero Piatek. In vista del derby, Inzaghi non diventa solo il 9 rossonero da esorcizzare: ma anche un predecessore che qualche gol l’ha segnato, all’Inter. Quello che lui non è ancora riuscito a fare, nel derby dello scorso anno, peraltro pure perduto e probabilmente decisivo per le sorti Champions dei nerazzurri".
A Lukaku invece l'ingrato compito di far dimenticare Mauro Icardi, che nelle ultime due stagioni era diventato un uomo-derby:
"Anche se moltissimi tifosi dell’Inter, obnubilati dalla necessità di guardare avanti e di ritenere il progetto Marotta-Conte vincente a prescindere, se lo sono certamente dimenticati, il derby con Icardi è stato spesso un bel vedere. Cinque le reti che l’argentino ha segnato nella stracittadina meneghina, comprese le fantastiche tre che da sole hanno deciso il derby del 15 ottobre 2017. Oggi Maurito è fisicamente a Parigi, ma psicologicamente ancor più da San Siro e dal derby che incombe: dove i fans interisti aspettano invece di vedere all’opera Lukaku, con il suo fisico imponente e la sua destrezza sotto porta. Non sarà facile, per il belga fare meglio a livello realizzativo rispetto a chi l’ha preceduto. Ma ha cominciato con il piede giusto: due gol nelle prime tre giornate di campionato sono state sufficienti per farlo entrare nel cuore dei tifosi. Che però adesso gli chiedono il salto di qualità: già l’Inter in vetta alla classifica in perfetta solitudine è un bel vedere. Ma il belvedere diventerebbe spettacolo pure se si aggiungesse la ciliegina di un derby vinto in scioltezza, come i pronostici lascerebbero intendere. Lukaku ha anche da farsi perdonare una prestazione in Europa non certo travolgente (peraltro in buona compagnia con il resto della squadra). E i tifosi sperano che la ripresa avvenga proprio nella stracittadina, dove hanno pure una discreta tradizione favorevole, negli ultimi anni di campionato".
( Tuttosport)
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