In una lunga intervista concessa ai microfoni de Il Romanista, il doppio ex di Inter e Roma Stefano Desideri ha parlato così della sfida che si giocherà domenica prossima al 'Meazza'.
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Desideri: “Inter-Roma sfida verità, ma non è decisiva. Spalletti e Di Francesco…”
Il doppio ex ha parlato ai microfoni de Il Romanista
Che partita si aspetta?
«Tra due squadre che vengono da un momento difficile. Per entrambe sarà una sfida verità. Non è decisiva, neanche fondamentale, ma sicuramente molto importante. La Roma ha da vendicare la sconfitta dell'andata. Giocò meglio e non meritava di perdere, ma il calcio è così».
Come si affrontano gare del genere dopo un periodo di crisi?
«La pausa avrà fatto sicuramente bene. Per la Roma è arrivata al momento giusto: i giocatori ne trarranno positività dal punto di vista della determinazione e della voglia».
Sfida nella sfida a San Siro: Spalletti contro Di Francesco...
«Li conosco entrambi e li considero due grandi allenatori: hanno modi diversi sia nell'interpretare le gare sia nel disporre le squadre a livello tattico, ma li accomuna la ricerca del risultato attraverso il gioco».
I suoi Inter-Roma: cosa ricorda di quelle gare?
«Una in particolare, fu quasi surreale. Il primo Roma-Inter dopo il mio passaggio in nerazzurro: avevo lasciato la Roma da poco tempo e il calendario fu tremendo, alla seconda giornata c'era in programma la gara all'Olimpico. Quante emozioni in quella partita, mi venivano in mente mille cose, stranissimo».
Il suo passaggio all'Inter: quanto fu difficile lasciare la Roma?
«È stato un brutto momento per la mia carriera. I mesi compresi tra la morte di Viola e l'avvento di Ciarrapico furono complicati. Rifiutai il trasferimento, non volevo lasciare la Roma. La società aveva bisogno di fare cassa, era in difficoltà: i presidenti si misero d'accordo e non riuscii più a oppormi. A quei tempi decidevano i club, oggi è diverso i giocatori con il supporto dei procuratori hanno maggior potere decisionale. All'Inter disputai una stagione positiva, ma c'erano dei problemi di squadra. L'anno successivo scelsi l'Udinese per ritrovare un po' di serenità e poi ripartire da una grande, invece ho finito per restare in Friuli quasi fino al termine della carriera».
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