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Di Biagio: “Svolta Inter? Una giocata di Bastoni. Conte? Quando parlano di brutto gioco…”

Matteo Pifferi

Gigi Di Biagio, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato così dell'Inter e dell'impatto avuto da Antonio Conte sulla squadra nerazzurra

Gigi Di Biagio, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato così dell'Inter e dell'impatto avuto da Antonio Conte sulla squadra nerazzurra.

Di Biagio, dopo anni l’Inter ha cancellato il gap con la Juve. Come se lo spiega?

«Antonio ha fatto un grande lavoro, da uno come lui c’è solo da imparare. Ha plasmato la squadra con acquisti e cessioni anche importanti, ma mirati a valorizzare le sue idee. Antonio è un martello, lavora tantissimo e anche quando le cose non vanno bene continua a seguire i concetti in cui crede. E i fatti alla fine gli danno ragione».

Anche così è riuscito a ribaltare un avvio di stagione più complicato del previsto?

«Il discorso è semplice: l’Inter nel girone di andata era l’unica big ad essere lì, a contatto con la vetta, nonostante desse la sensazioni di aver dimostrato il 60-70% del suo valore».

Soprattutto in difesa.

«Esatto. All’inizio prendeva tanti gol, ma più che altro li regalava. Con errori individuali evidenti. Quindi per me era chiaro: una volta sistemata la fase difensiva, sarebbe stato difficile per tutti starle dietro».

Eppure c’è chi storce il naso sulla qualità del gioco.

«E a me viene da ridere quando sento certi discorsi. Come fa la squadra col miglior attacco e la seconda miglior difesa a giocare male? Poi capisco che il concetto di bellezza rapportata al calcio può variare da persona a persona».

Qual è stato il punto di svolta secondo lei?

«La fotografia della stagione credo sia l’assist di Bastoni sul gol di Lukaku a Bologna. Ale ha fatto una giocata che è il simbolo della crescita di tutto il gruppo: ora la squadra è meno timida, più matura, ha grande personalità e consapevolezza nei propri mezzi. E che dire di questo super Barella? L’Inter ha una rosa fortissima e ora il gruppo ne è convinto al 100%».

È l’inizio di un nuovo ciclo?

«Sì, una società come l’Inter lavora sempre pensando a lungo termine e qui c’è una base importante. Basta inserire uno o due tasselli alla volta: interventi mirati per crescere sempre di più. Anche in Europa? Ma, per me l’Inter di oggi, così solida, non sarebbe uscita dalla Champions ai gironi».

E poi c’è Lukaku.

«Che è devastante, eppure qualcuno all’inizio non era convinto. Giocatore da trenta gol a stagione, con forza fisica, personalità e cultura del lavoro. Altro “colpo” di Antonio, per un’Inter a sua immagine».