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Di Biagio: “L’Inter domina le partite. Ero allo stadio per la Supercoppa e sono rimasto…”
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Gigi Di Biagio, all'Inter dal 1999 al 2003, ha analizzato questa prima parte di stagione della squadra di Inzaghi. "Bergamo è stata solo una tappa della stagione e pur non vincendo e non segnando, l’Inter ha dimostrato di essere ancora la squadra da battere: ha qualità, forza fisica, esperienza e mentalità vincente. La base forte gliel’ha data Conte, ma in questa squadra è già molto chiara la mano di Inzaghi".
Un pareggio che non annuncia nubi all’orizzonte.
«Assolutamente no, sono almeno 10 giornate che l’Inter sta dominando il campionato. È normale in una stagione pareggiare qualche partita o perderla. Ma alla lunga i valori vengono fuori e l’Inter resta la favorita. La sensazione è che nonostante il Milan di Pioli stia facendo grandi cose, l’Inter sia più avanti».
Cosa la colpisce di più?
«Ero allo stadio per la Supercoppa e sono rimasto impressionato dall’intensità e la qualità della prova dell’Inter. Ha dimostrato di essere una squadra fortissima, con una condizione fisica eccellente, un gioco che diverte e una convinzione mentale che è tipica delle grandi squadre. Lo scudetto con Conte ha sbloccato qualcosa nella testa e Simone è stato bravissimo a portare la squadra velocemente su una nuova dimensione: non conta l’avversario, conta imporre il proprio gioco e le proprie idee e dimostrare di essere più forti».
Il calcio di Inzaghi sembra più libero e spensierato.
«È bellissimo vedere come l’Inter riesca ad attaccare sempre con otto o nove uomini, con i due centrali di difesa che vanno a impostare nella metà campo avversaria, che si propongono per l’assist o per la conclusione. E che si cercano: lo schema Bastoni per Skriniar è diventato una bella abitudine».
Quando è arrivata la svolta?
«A Inzaghi servivano uno-due mesi per trasmettere il suo pensiero e trovare il giusto equilibrio, ma una volta trovata la chiave, l’Inter non si è più fermata. La percezione che arriva all’esterno è di giocatori che si sentono talmente forti da sapere di poter vincere contro chiunque. La squadra è sfrontata, presuntuosa nell’accezione più positiva del termine. Non si pensa più a come limitare gli altri ma a come fargli male, a come dimostrare a tutti di essere superiori. Simone è entrato nella testa dei suoi: bisogna solo applaudire».
(Gazzetta dello Sport)
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