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Di Canio: “Critiche ad Allegri? Ve le spiego, lo ammiro e stimo. Merita un applauso per…”

Paolo Di Canio a Tuttosport dice la sua su Massimiliano Allegri verso Juventus-Inter: ecco il pensiero dell'ex calciatore

Paolo Di Canio a Tuttosport dice la sua su Massimiliano Allegri verso Juventus-Inter. Ecco il pensiero dell'ex calciatore: «Partiamo da un presupposto: Max lo stimo, lo ammiro molto. Io ho spiegato che in Premier le squadre dalla prima all’ultima in classifica propongono un gioco e se andiamo a vedere le prime tre dei sei-sette campionati più importanti in Europa, troveremo tutte formazioni che giocano un certo tipo di calcio. La Juventus in questo senso è un’anomalia, molto italiana, ovvero una squadra di vertice che lascia quasi sempre il pallino del gioco agli avversari. È un modo legittimo, a me per esempio piace il calcio fatto di sofferenza, non sono per forza un fautore dei giochisti o di Guardiola.

Per me Allegri, in rapporto a quello che ha a disposizione, sta facendo ottime cose, però contro la Fiorentina, la Juve sembrava una squadra in lotta per salvarsi che all’ultima giornata gioca per strappare almeno un punto: ha fatto le barricate contro una squadra che fatica a fare gol... Allegri sta ottimizzando il materiale che ha, penso solo che sia difficile arrivare a maggio solo attraverso questa via: potrebbe fare qualcosa di più, penso al gol segnato da Miretti proprio a Firenze giunto al termine di un’azione ben costruita».

Approfondiamo il lavoro di Allegri.

«Se ci soffermiamo ad analizzare la rosa della Juve, non è che ci siano poi tanti elementi di qualità e fantasia. Così Max è tornato a lavorare su equilibri tattici che aveva già sviluppato in passato: squadra compatta a 30 metri dalla porta, tutti pronti a interrompere il gioco avversario e ripartire, con forza e verticalità. Allegri ha più mediani che ali, più centrocampisti di raccordo che di costruzione e sa di avere difensori fortissimi di testa, granitici nella difesa del limite dell’area, meno in campo aperto, come Bremer. Quindi si è adeguato e sta ottenendo il massimo da tutti. E merita un applauso per un altro motivo».

Quale?

«Allegri ha solo due, tre individualità e le sta gestendo molto bene. È una fortuna, fra virgolette, perché così non si trova grossi problemi quando esclude qualcuno, non ci sono big che creano casino. Gli unici possono essere in attacco, dove però sta ruotando tutti. E in questo senso si inseriscono i giovani. Allegri è secondo, in lotta con l’Inter, facendo giocare molti ragazzi, due quasi sempre titolari e gli altri che entrano in momenti particolari, pesanti, non sul 4-0, anche perché la Juve difficilmente va sul 4-0. Questo è il modo per farli crescere, non come fanno altri allenatori: mettono i giovani nel finale di gare scontate o quando hanno gente infortunata, per lamentarsi delle assenze. Poi dicono: “Ho lanciato questo e quell’altro”. No, non è così, tant’è che poi questi ragazzi vanno via o spariscono. Allegri invece li elogia schierandoli le gare vere, ne parla come giocatori adulti, con loro usa la carota, ma pure il bastone. Questo è il suo grande lavoro».


E cosa non la convince?

«Chiesa seconda punta. Come si è visto in nazionale con Spalletti, Federico ha bisogno di spazi, di partire largo. Nel 4-3-3 Chiesa è un’eccellenza. Certo, poi Allegri può dire che nel 3-5-2 può metterlo solo da seconda punta e che Chiesa ha segnato i suoi gol, ma in mezzo ogni tanto si perde e non sfrutta la sua velocità».


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