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Di Canio: “Lukaku? Con le big non pervenuto, resta il suo grande difetto. La Juve…”

Matteo Pifferi

Intervistato da Tuttosport, Paolo Di Canio ha presentato così la sfida di Champions tra Juventus e Chelsea parlando anche di Lukaku

Intervistato da Tuttosport, Paolo Di Canio ha presentato così la sfida di Champions tra Juventus e Chelsea.

Di Canio, che Chelsea troverà la Juventus domani sera?

«Ferito dalla sconfitta contro il City, ma non meno consapevole della sua forza. Vorrà approfittare delle difficoltà della Juve e dell’assenza dei due che dovrebbero fare la differenza in attacco, Morata e Dybala. Per i bianconeri sarà dura. Ma per il Chelsea non sarà facile: la Juve sta ritrovando compattezza. Allegri è stato bravo ad attingere alle basi del calcio e al 4-4-2 per riuscirci. Si copre il campo, c’è una regìa magari non illuminante ma pulita con Bentancur e Locatelli. Ha affrontato la tempesta con semplicità e serenità: bravo Max, ma non è una sorpresa».

Come è cambiato il Chelsea con Lukaku?

«E’ rimasto lo stesso, ma in certe situazioni può cercare anche l’appoggio su Lukaku spalle alla porta. A campo aperto, la situazione che predilige, gioca allo stesso modo, ma è più efficace perché Werner concretizzava poco mentre Lukaku è devastante. Anche se contro le big non è pervenuto: finora resta il suo grande difetto».

Domani che atteggiamento si aspetta dai Blues?

«Tuchel dopo l’esperimento 3-5-2 con il City tornerà al 3-4-2-1, con Mount e Havertz o Zyech alle spalle di Lukaku. Mi aspetto un Chelsea che aggredisca perché ne ha le caratteristiche: Kante e Jorginho danno i tempi, Mount lo ha nel dna. Ferma restando la capacità di saper anche concedere il possesso per ripartire».

Cosa può fare la Juventus per metterlo in difficoltà?

«Prima di tutto giocare una partita da Juve: di carattere e gagliarda. Non so se Max cambierà qualcosa, ma mi sembra che adesso questo 4-4-2, anche arioso e offensivo con due ali, sia la scelta più solida. Può cambiare nell’interpretazione, per esempio spostando Chiesa a sinistra per facilitargli il tiro, viste le assenze di Dybala e Morata, e aiutare a riempire l’area: Kean si adatta bene ma non è una prima punta classica. Serve una partita senza paura di farsi male e sapendo di poter far male. Ci può stare anche una gara super accorta, ma la mia paura è che Locatelli e Bentancur, specie con due ali ai lati, non abbiano la rapidità per essere sempre sul giro palla. Però è una chiave anche questa e la Juve può fare male con le ripartenze: saltato l’esterno e chiamando fuori uno dei tre centrali del Chelsea si può creare lo spazio per Kean. Sarà una partita a scacchi da giocare con il cuore della Juve, che tante volte si è rialzata quando pareva a terra».

Nell’ottica della qualificazione quanto pesa questa partita?

«La qualificazione passa dalle due partite con lo Zenit che la Juve deve e può vincere. Però può fare risultato anche domani. Anche un bel pareggio metterebbe pressione al Chelsea e lo costringerebbe a giocare a tutta con lo Zenit».

Perché la Juve subisce tanti gol?

«Per mancanza di equilibrio. Ha un centrocampo con tanti giocatori filiformi e macchinosi, soprattutto nel rubare il tempo con rapidità come può fare un brevilineo, e poco illuminanti. Si paga anche nella fase difensiva. Ma Max è bravo e l’equilibrio lo troverà».

In tempo per lo Scudetto?

«La Juve sta tornando a comportarsi da Juve a livello caratteriale e comportamentale, ci sono state alcune sfuriate che hanno fatto bene. Si è fatto leva sui giovani che vogliono emergere e sui vecchi leoni che danno il dna Juve. Questo fa ben sperare, però tra Champions, infortuni e la necessità di gestire Chiellini, qualcosa puoi perdere. La Juve ci ha abituato a tutto, ma non vedo le qualità della rimonta del 2015-16 mentre davanti ci sono tutte squadre con identità spiccate. Sarà dura, anche se per la Juve e Allegri, che stimo moltissimo, spero di sbagliarmi».

Ha citato sfuriate e i giovani che vogliono emergere: come vede l’avvio di Chiesa?

«Sono d’accordo con Max: deve migliorare nella gestione della situazione. Ogni tanto può permettersi di ripartire come un cavallo pazzo, ma deve rispettare la disciplina dei ruoli. Ha questa foga che ti fa impazzire, ma non sempre la squadra può seguirlo ed è stancante anche per lui. Se strappi anche quando devi ragionare perdi lucidità. Max vuole aiutarlo a capire i momenti della partita».