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Di Canio: “Mourinho? Lo adoravo anche più di Guardiola ma ha perso appeal. Alla Roma…”

Foto: Sky Sport

Nelle ultime ore, sul web gira un audio di Paolo Di Canio contro José Mourinho. L'ex Lazio ha spiegato la propria posizione al Corriere dello Sport

Matteo Pifferi

Nelle ultime ore, sul web gira un audio di Paolo Di Canio contro José Mourinho. L'ex Lazio, attuale opinionista Sky, ha spiegato la propria posizione al Corriere dello Sport.

Di Canio contro Mourinho, è stato visto come uno sfogo da laziale.

«Prima cosa, non devo chiedere scusa a nessuno. Premetto che nelle conversazioni private faccio come mi pare. Nessuno si può indignare, neanche i benpensanti che si stanno scatenando adesso, immagino cosa dicano privatamente nelle loro conversazioni. E non accetto insegnamenti. Seconda cosa: quell’audio circolato ovunque fa parte di altri 6-7 messaggi in cui dico altre cose molto positive di Mourinho e che non vanno in contraddizione con quanto si sente nel file. Ci sono i vocali, non li divulgo perché privati. La vigliaccheria è che hanno fatto girare solo quello».

Era uno sfottò, la mettiamo così?

«E’ una storia ridicola e anche patetica. Capisco come funziona il mondo, ma non ci sto a questa forma di comunicazione. Si parlava anche per divertimento, per prenderci in giro con un amico storico. Un po’ quelle cose le pensi, non in quei termini. Non sono tifoso della Roma, certo. Ma sono scevro da condizionamenti. Mi piace il calcio, continuo ad amarlo follemente. Ho esaltato il gol di Dzeko in Europa. Sono stato calciatore e tifoso, non vado in giro con la sciarpa giallorossa. Ho 53 anni, non faccio campanilismi, non è più il mio modo di pensare. Faccio comunicazione, mi piace trasmettere la mia competenza che non è legge».

Partiamo dall’inizio, innanzitutto chi è “Cra”?

«Cra è un diminuitivo, ieri (martedì, ndr) parlavo in velocità, goliardicamente, con una persona che ritengo un amico, è tifoso romanista. Sono cose che ho già detto in tv, nella conversazione ho usato un linguaggio poco edulcorato. Sono cose che dico da tre anni di Mourinho. Avevo finito di giocare a padel, entravo in macchina, mi ero stirato ad un polpaccio. Ho risposto ad un messaggio camminando. Mi arrivavano vocali del tipo “vinciamo lo scudetto”, “facciamo il Triplete”, “annamo a vince”. La mia risposta è stata colorita. Il mio amico ha controrisposto “hai ragione, ma alla Roma serve entusiasmo”. Ho aggiunto “questo è giusto, Mourinho porta entusiasmo”».

Quando s’è accorto d’essere finito nel tritacarne social?

«Un altro amico mi ha telefonato dicendo “che è questa porcata?, gira un tuo audio”».

Nell’audio lei dice che Mou è stato “cacciato da tutte le parti per incompatibilità di carattere e ora per risultati. Poi per l’ambiente Roma andrà bene, ma voi vi aspettate chissà che cosa ma vi dico che avete preso il peggio del peggio. Non fa neanche calcio, fa l'anti-calcio, vi divertirete in qualche conferenza stampa perché fa polemica, fa casino, vi fa il teatrino, ma lo dico, per ricostruire è il peggio che ci poteva essere. Lo dico perché era il mio preferito, più di Guardiola...”.

«Si parlava di Sarri, del bel calcio. Io dico che Mourinho ha perso appeal. Non mi sembra abbia più la forza, l’energia, per stare h24 al top level. Per la Roma, dopo Fonseca, non c’era di meglio dal punto di vista dell’immagine. La mia battuta voleva anche significare “non vincerà lo scudetto”, magari lo vince. Che ne so? Con questa Roma si può arrivare tra le prime 6 a occhi chiusi, lui ti dà due posizioni in più. E magari si gioca la Coppa Italia».

Gli ha dato del “poverino”. “Si è andato a cercare una panchina il prima possibile”, è un altro passaggio.

«Ho detto “poverino”, non era per sminuire. Ma quale poverino, Mourinho ha una statura, guadagna milioni su milioni. Da sempre, quando divideva la scena con Guardiola, l’ho sempre indicato come numero uno. Ma non per il gioco, bello o meno che fosse, ma per come faceva gruppo, per l’intensità del lavoro, per l’armonia nello spogliatoio».

Non è più lo Special One?

«La sensazione è che non ha più quell’energia e quella pazienza per creare gli ambienti alla Mourinho. Al Chelsea è stato mandato via per un mix di situazioni, risultati mancanti e rapporti con la squadra. Allo United ha avuto problemi con Pogba, sono cose pubbliche, anche con Mkhitaryan. Al Tottenham è stato esonerato perché è arrivato settimo e per i rapporti. Dopo aver perso contro il Liverpool, quando si giocava il primo posto, ha iniziato a fare polemica con i giocatori e la squadra è crollata. Cose non da lui. Su Sky, nel programma di Premier League, da due anni, a malincuore, dico che Mourinho ha consumato energie, mi dà l’idea che non sia stato capace di calarsi in una dimensione diversa rispetto al passato, cioè di lottare per posizionamenti e non più per vincere. Da qui la sua frustrazione. Come i grandi giocatori anche i grandi allenatori possono avere una fase discendente».

Per lui non c’era di meglio della Roma, intendeva questo?

«Erano psuedo-messaggi. Dico “non gli pare vero della Roma” nel senso che dopo tre esoneri a quei livelli, passando altri mesi, sarebbe stata dura trovare una città e una società importanti come la Roma, per di più un club che gli ha affidato un progetto. Non l’ho detto per sminuire la Roma bensì il contrario. Anni fa avrei detto Mourinho è un lusso per la Roma, ora dico che la Roma è un lusso per Mourinho».

Romanisti infuriati, i laziali hanno goduto.

«La Roma quest’anno arriverà settima o ottava, non so. Con Mourinho 2-3 posizioni si guadagnano, vedremo il mercato. Si cala nella situazione, è intelligente. Quell’audio, da solo, può fare innervosire. E’ il linguaggio di noi romani. In quella terminologia c’era un filo di verità. Ma parliamo di Mourinho, non di uno scappato de casa».

Quindi lei è un suo ex fan.

«Per me era il gotha del calcio, mi faceva impazzire. Nelle interviste non è più incisivo, dico che ha perso “credibilità” nell’accusare gli arbitri. Quando dici certe cose, da settimo, dopo che sei stato al top, non ci crede nessuno. L’ho detto in tv fino a due settimane fa, quando non si sapeva della Roma. Reputavo Guardiola il Messi del calcio e Mourinho il Ronaldo. Ronaldo e Mourinho non erano marziani, erano uomini che si sono dovuti fare».

Una volta con Mou vi siete incrociati in tv.

«Mi ha detto “Paolo, tu conosci il calcio profondamente”. C’era stima, ancora di più la mia nei suoi confronti».

Sembra finita.

«Mourinho mi aveva fatto tenerezza quando aveva pianto in una intervista in cui diceva che gli mancava il campo. Il mio audio non è una sentenza, può arrivare quinto o quarto con la Roma. La squadra è fuori dalle prime posizioni, sono tutti arrabbiati, hanno preso un personaggio che infiamma i cuori, che fa divertire in conferenza, che porterà cultura, ne ammiro i tratti psicologici. Ma dovranno seguire i fatti, so come si è a Roma, anzi so come siamo a Roma. Lo dico ai miei amici romanisti e ai miei fratelli che hanno la stessa fede. Poi, senza risultati, vi incazzate contro chiunque».

Un po’ di fede laziale è venuta fuori...

«Non c’entra. Io parlo incondizionatamente, ho avuto due cause contro Lotito, so riconoscere i meriti se vanno riconosciuti. Se c’è una persona libera sono io, sempre con rispetto».

Lei non ha profili social, s’è ritrovato nella bufera.

«E’ il motivo per cui non ho i social, ogni parola viene fraintesa. Con il mio amico, che è stato ingenuo, parlo spesso. A volte amici in comune o suoi amici gli chiedono “cosa ne pensa Paolo?”.  Voglio regalare esperienza, capacità analitica. Due volte su 100 posso sbagliare. Sono stato giocatore e tifoso, oggi sono un serio comunicatore di calcio».

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