Il giorno dopo la settima giornata di campionato. dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro analizza i pareggi di Inter, Juventus e Milan. "Le grandi squadre, di solito, non steccano certe partite. Ma il Milan si può consolare guardando Inter e Juve, perché anche loro hanno latitato in quella che è un’altra qualità decisiva di tutte le grandi squadre: saper dare il colpo del k.o., chiudere le partite o almeno evitare di farsi rimontare. La storia è piena di club a cui bastava un solo gol, dal Milan di Capello alla Juve di Allegri, per vincere".
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Di Caro: “A questa Inter manca ancora il Dna del suo allenatore. Conte? A noi il vino…”
L'analisi del giornalista sui pareggi di Inter, Juventus e Milan
"Non è il caso, al momento, né della Juve né dell’Inter. Siamo sinceri, se l’inizio di stagione di Pirlo lo avesse fatto Sarri, sarebbe stato crocifisso. In campionato 3 vittorie (una a tavolino col Napoli) e 4 pari, più 2 successi e un netto k.o. in Champions (col Barcellona a Torino). Non aver chiuso la partita con la Lazio decimata da Covid e strapazzata dallo scandalo tamponi è già una colpa, farsi riprendere al 95’ è ancora peggio. Per sua fortuna l’Inter, la più accreditata avversaria di inizio stagione, sempre a livello di risultati balbetta più di lei".
"A Bergamo l’Inter ha giocato bene, ma come in altre occasioni non l’ha chiusa. A chi gli ha fatto notare che avrebbe meno furore di prima, Conte ha consigliato di togliere il vino dalla tavola, a noi un buon bicchiere a pranzo e cena piace e quindi diciamo altro: che a questa Inter manca ancora il Dna del suo allenatore “scuola Juve” e torniamo al concetto che la vittoria a certi livelli va azzannata. «Cosa manca all’Inter?», avevano chiesto a Conte alla vigilia. «Poco», aveva risposto. Quel poco manca ancora".
(Gazzetta dello Sport)
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