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Di Caro: “Dzeko sontuoso, va gestito ma l’Inter non può farne a meno. Handanovic…”

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro ha commentato così la prova dell'Inter col Sassuolo

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, il vice-direttore del quotidiano, Andrea Di Caro ha commentato così la prova dell'Inter col Sassuolo:

"E all’improvviso arrivarono i rinforzi e la storia cambiò. Un po’ come in quei film western in cui si è sotto assedio e a un passo dal tracollo, ma si presentano gli alleati a salvare la situazione. A guidare i fantastici quattro, messi dentro tutti insieme da Inzaghi, è un sontuoso Edin Dzeko che stravolge la partita e trasforma l’Inter fino a quel momento messa sotto dal Sassuolo. La vittoria permette a Inzaghi di tornare per una notte a far sentire il fiato sul collo al Napoli. Il minuto decisivo, quello dei cambi, è il 57 che secondo la tradizione della smorfia napoletana è associato al gobbo e, di conseguenza, alla fortuna in generale. Ma definire fortunosa la vittoria interista sarebbe sbagliato: la fortuna è avere un giocatore come Dzeko da mettere dentro, quando è ispirato come ieri. Al momento c’è un Inter con lui e una senza di lui. Non va spremuto, perché l’età è quella che è, ma ora l’Inter non può davvero farne a meno. Derubricare la partita associandola solo alla classe e all’impatto del bosniaco sarebbe però ingeneroso per il Sassuolo che aveva sfiorato a più riprese un meritato 2-0 sfondando sugli esterni. Fino al 57 c’era una sola squadra in campo. E Inzaghi farà bene a vedere e rivedere la partita che poteva mettersi malissimo e ha evidenziato per quasi un’ora un atteggiamento passivo, molle, quasi rassegnato della squadra, che non si vedeva da tempo. Il Sassuolo recrimina anche sull’episodio della possibile espulsione di Handanovic alla fine del primo tempo che poteva indirizzare definitivamente la gara. Spieghiamo nella moviola i motivi che hanno spinto l’arbitro a non tirare fuori il cartellino e a giudicare il numero uno non colpevole. La decisione ci sta, anche se la delusione di Dionisi si può comprendere".