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Di Caro (Gds): “Icardi e la fascia sfilata: Mauro dovrebbe aver capito cinque cose”

Il commento del giornalista sul caso Icardi

Gianni Pampinella

Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro commenta così la scelta dell'Inter di togliere la fascia di capitano a Mauro Icardi. "E a forza di tirare, il tessuto alla fine si è spezzato. E la fascia è scivolata via dal braccio. L’Inter da tempo non ne poteva più né delle uscite fuori luogo di Wanda Nara né dell’incapacità del suo Capitano di frenare gli eccessi verbali della moglie manager, che non solo infastidivano il club sul tema contratto, ma destabilizzavano anche la squadra. E lo aveva già fatto capire in tutti modi, diretti e indiretti. Ma invece di comprendere che la misura era ormai colma e che l’Inter pretendeva da Icardi una diversa interpretazione del suo ruolo all’interno dello spogliatoio, in linea con quelle che devono essere le qualità e le caratteristiche di un capitano, Wanda ha continuato con la sua strategia mediatica, finché il club non ha fatto quello che forse andava fatto anche prima. Si può essere un giocatore importante e strappare un mega ingaggio. Ma leader non si diventa per contratto. E una fascia di Capitano bisogna meritarsela e saperla indossare. L’Inter presenterà presto una proposta di rinnovo, ma senza riaprire il teatrino di trattative infinite. Icardi e il suo entourage potranno valutarla, accettarla o rifiutarla. Firmare, restare così altri due anni (ipotesi più difficile), oppure andare via, ma portando all’Inter un club in grado di soddisfare le richieste. Club che finora non si è mai palesato. Tutte le piste sono ancora percorribili, ma la giornata di ieri segna inevitabilmente un prima e un dopo".

5 COSE DA CAPIRE - "Oltre a vedersi sfilare la fascia, ieri Icardi dovrebbe aver capito cinque cose: che il club ha preso una decisione che non prevede ripensamenti, rimarcando la sua centralità; che il tecnico, le cui uscite criptiche lo portano spesso a essere male interpretato, è d’accordo con il club; che i tifosi a maggioranza bulgara condividono la scelta della società (nel sondaggio Gazzetta l’85 per 100 di quasi 30 mila votanti); che questa scelta è stata presa anche perché la squadra era stufa di certi atteggiamenti; che stavolta la stampa non c’entra. Ce n’è abbastanza per fermarsi seriamente a ragionare..."

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