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Di Caro: “Inter battuta ma non ridimensionata. Niente crisi ma si può dire che…”
Direttamente sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, il vicedirettore Andrea Di Caro ha commentato così il KO dell'Inter col Liverpool:
"Il Liverpool ha una rosa più completa, individualità di classe superiore, maggiore esperienza internazionale, capacità di gestire le gare e di cogliere il momento. Sintetizzando in modo semplice: il Liverpool è molto più forte dell’Inter. E complessivamente tra le due squadre ci sono due gol di differenza. Ma non ieri sera. Ieri sera questa supremazia netta, che chi scrive ritiene esserci, non si è vista. Per 75 minuti l’Inter se l’è giocata alla pari, soffrendo in alcuni tratti, ma ribattendo colpo su colpo: ha avuto le sue occasioni, ha preso una clamorosa traversa, sbagliato qualche scelta e qualche ultimo passaggio in fase offensiva, ma ha tenuto la partita sempre in equilibrio. Un gran gol di Firmino - che ha ricordato quello dell’1-1 che Pruzzo fece proprio al Liverpool nella finale di Coppa dei Campioni del 1984 - ha sgretolato le certezze nerazzurre. Salah ha chiuso i conti pochi minuti dopo, rendendo quasi impossibile l’impresa di rimontare il risultato ad Anfield nel fortino dei Reds. Il risultato è ingeneroso per i nerazzurri che avrebbero meritato di più. A questi livelli però non puoi sbagliare nulla perché i top club ti puniscono".
"Il ruolo della Cassandra è il più antipatico per un giornalista, soprattutto quando le previsioni negative riguardano una squadra italiana. E così alla vigilia di certe partite alla dura realtà si preferisce sostituire l’ottimismo: esaltando i pregi dei nostri club e cercando i difetti e i punti deboli altrui, spiegando cosa dovremmo fare per vincere... In qualche raro caso, sempre più difficile a questi livelli, l’impresa riesce, ma quasi sempre il risultato dà ragione ai più forti, come è normale che sia. Il gap tra le nostre migliori squadre e i maggiori top club europei (Liverpool, Manchester City, Chelsea, Psg, Real, Bayern) è ancora molto ampio. L’Inter esce battuta ma non ridimensionata nel suo percorso di crescita a livello europeo. Inzaghi non può certo essere felice: chi perde non deve mai esserlo. Però la sua Inter ha fatto quello che doveva e poteva. Contrapporre in questo momento Simone a Klopp o l’Inter al Liverpool non è giusto né corretto. Le differenze esistono, purtroppo. Si lavora ogni giorno per ridurle e si spera prima o poi di azzerarle. Ma oggi esistono. Definire questa - per Inzaghi - l’occasione per dimostrare il salto di qualità suo e della squadra significava volergli male. Perdere contro una delle squadre più attrezzate al mondo, con una rosa ricchissima, non può essere una colpa".
"Ciò detto, il calcio spesso si vive sulle montagne russe e anticipiamo a Simone ciò che inevitabilmente si dirà sui media o sui social nei prossimi giorni basandosi sui risultati. Che nei dieci giorni clou di questa parte di stagione ha perso con Milan e Liverpool e pareggiato a Napoli. E che nelle partite precedenti vinte (coppa Italia con la Roma esclusa) il gol del successo è sempre arrivato sul filo di lana dopo tanta fatica. Che contro le prime della Serie A, Milan, Napoli, Juve, Atalanta su otto partite ne ha vinte solo due. Che in tre gare contro Real e Liverpool non ha mai segnato perdendo sempre (5 gol incassati). Basta per ridimensionarla o dire che l’Inter è in crisi? No. Le prestazioni dicono che per 70 minuti nel derby l’Inter aveva dominato. Che a Napoli nel secondo tempo ha ribaltato il risultato. Che ieri per 75 minuti non ha mai sfigurato. Però che il momento sia delicato questo si può, anzi si deve dire. Serve anche all’Inter per rigonfiare il petto e non rischiare di disperdere quanto di buono fatto finora. L’8 marzo i nerazzurri si giocheranno il ritorno a Liverpool. Il calcio può regalare miracoli. Ce lo auguriamo. Ma se, come è prevedibile, l’Inter dovesse uscire, avrà modo di dedicarsi senza distrazioni all'obiettivo reale di questa stagione: rivincere il campionato".
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