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All'interno del suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, il vice direttore della rosea, Andrea Di Caro, ha analizzato la sconfitta interna dell'Inter con il Parma: "Il calendario aveva regalato all'Inter un inizio soft, perfetto come trampolino di lancio. Quattro gare ampiamente alla portata (Sassuolo e Bologna in trasferta, Torino e Parma in casa), sulla carta 12 punti possibili, 10 a voler immaginare uno stop inatteso. E invece l'Inter si ritrova zavorrata dai suoi miseri 4 punti in classifica e dalla pochezza di gioco, carattere e capacità di reazione mostrata in questo inizio da incubo. [...] La stagione è appena cominciata e sarebbe delittuoso considerarla già conclusa. La distanza dalla Juve rischia di essere già incolmabile ma l'Inter, che si è imposta di fare meglio dello scorso anno, ha rosa e mezzi per riuscirci. Però il tempo non è infinito e il compito di offrire ai tifosi una squadra all'altezza spetta innanzitutto al suo allenatore. Il club gli ha mostrato fiducia rinnovandogli a inizio stagione il contratto. Dopo Allegri ed Ancelotti, Spalletti è il tecnico più pagato del campionato, valutato come un top coach, a dispetto di una bacheca non ricchissima. In passato però ha dimostrato di avere grandi intuizioni tattiche e di saper regalare alle sue squadre un’anima e spesso un gioco brillante. Finora all'Inter non c’è riuscito. Merita ancora fiducia, ma è arrivato il momento di inventarsi qualcosa, perché così non basta".
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