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Di Chiara (GdS): “Inter, la rinuncia a Tonali e Kumbulla si spiega in questo modo”

Del mercato dell'Inter che ha scelto di puntare su giocatori di esperienza e pronti per vincere ha parlato il giornalista Filippo Di Chiara

Andrea Della Sala

Del mercato dell'Inter che ha scelto di puntare su giocatori di esperienza e pronti per vincere ha parlato su La Gazzetta dello Sport il giornalista Filippo Di Chiara:

"Vincere, o quantomeno provarci. E nel più breve tempo possibile. Nel vocabolario di Antonio Conte la parola “secondo” non trova ospitalità facilmente, anzi è a dir poco sgradita. Non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma la piazza d’onore a un punto dalla Juve in campionato e la finale (persa) di Europa League non lo hanno soddisfatto fino in fondo. Perché alla fine il confronto con chi lo ha preceduto gli interessa poco.

L’assoluta fedeltà alle sue idee Conte l’ha già messa in pratica a gennaio: quando per giocarsi il tutto per tutto nella corsa scudetto, ha chiesto e ottenuto Moses e Young, in pratica l’usato sicuro piuttosto che giovani di belle speranze, gente da battaglia insomma. Che sette mesi dopo, ridotto il gap dai bianconeri, trova corrispondenza perfetta nei nomi di Vidal e Kanté (e Kolarov). Fatta questa premessa è facile comprendere le “richieste” di Conte durante il recente faccia a faccia con Zhang Junior e Marotta che ha sancito la pace col club e dato il via alla fase 2. Se da una parte il presidente Zhang ha fatto presente che non ci sarebbero state spese pazze, dall’altro canto il tecnico ha tenuto botta chiedendo acquisti mirati, funzionali a un progetto ben preciso: frenare la Juventus nella corsa al decimo scudetto di fila.

E così si spiega il cambio di rotta, improvviso, sul discorso Tonali. Il sì del giocatore in tasca praticamente da settimane, un’intesa da raggiungere col Brescia ma in discesa, potendo contare sul gradimento totale del centrocampista. E invece in poche ore c’è stata la repentina uscita di scena del club nerazzurro. Perché dopo aver speso già 65 milioni per Hakimi e il riscatto di Sensi, la necessità di oculatezza nel gestire le casse aziendali ha fatto in modo da bloccare l’operazione Tonali per puntare tutto su Kanté. Kanté è un investimento più oneroso rispetto a Tonali (50 milioni contro 35) ma è un affare che a Conte offre garanzie immediate: centrocampista già “pronto”, un Dna da vincente, un campione del mondo e vice campione d’Europa nel cuore della sua Inter. E questo a costo di fare a meno anche di un altro giovane di grande prospettiva da tempo nel mirino, il difensore dell’Hellas, Kumbulla, colpo quantomeno rimandato se non del tutto saltato".

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