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Di Gennaro: “Italia incredibile, ci ho sempre creduto. Abbiamo incartato tutti”

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Le parole del noto opinionista a proposito del grande risultato ottenuto dalla nazionale di Roberto Mancini

Daniele Vitiello

Antonio Di Gennaro, opinionista Rai, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio per parlare del grande risultato dell'Italia. Queste le sue considerazioni: "E' stata una cosa veramente incredibile. Io ci ho sempre creduto in questa squadra. La partita contro la Repubblica Ceca mi ha dato la certezza che gli Azzurri avrebbero potuto stupire, poi vincere ne vince una sola. Il ct ha sempre cercato di andare oltre, di segnare ancora, non hanno mai sottovalutato nessuno. Abbiamo incartato tutti, inutile discutere sul resto".

Gli inglesi sono stati poco sportivi nella sconfitta.

"Il Principe non ha neanche salutato il nostro Capo dello Stato. Jorginho ha sbagliato il rigore, io sostenevo che non sbagliasse mai. Si può perdere, ai rigori fa male, ma il finale è stato peggio della sconfitta. A livello tattico poi Southgate ha sbagliato inserendo due giovani come Saka e Sancho. L'Inghilterra è stata un po' presuntuosa come la Francia che ha sottovalutato la Svizzera quando vinceva 3-1 ed ha pagato".

La non esultanza di Donnarumma l'ha tratta in inganno o aveva tenuto bene il conto dei rigori?

"Io l'ho interpretata come un'irritazione per le critiche, per il fatto che fosse stato accusato di andare al PSG solo per soldi. Invece poi ha ammesso di non ricordarsi che quella parata aveva dato il successo al gruppo di Mancini".

Che margini di miglioramento può avere la Nazionale?

"Potrebbe venire adesso il difficile. Bisogna ripartire sapendo da dove abbiamo iniziato perché sennò significa che non si è capito niente, ma non succederà perché il gruppo ha sempre dimostrato di avere entusiasmo, ma anche umiltà. Mancini ha convinto tutti di essere una squadra forte, senza grandissimi talenti, ma ricca di qualità. Ci sarà la Nations League contro squadre importanti, la preparazione al Mondiale del Qatar, potremo rivedere Sensi, Pellegrini, Spinazzola, Zaniolo... Quest'Italia può dare ancora molto perché è all'inizio, adagiarsi sulla vittoria non è proprio una cosa contemplata da questo gruppo. In Sardegna le famiglie erano disperate perché i calciatori volevano stare tra di loro e questo ci fa capire che cosa ha creato Mancini. Mi ricorda il mio Verona, quando eravamo 16-18 e volevamo sempre stare insieme... Eravamo umili, mettevamo sempre la salvezza come primo premio partita. Se Locatelli dovesse andare alla Juventus crescerebbe ancora di personalità, Sensi può migliorare, Barella stessa cosa. Facendo le coppe i calciatori crescono. Mancini ha emanato classe nel proporre un calcio diverso, ma rimanendo sempre uniti".

Anche le big però devono lanciare i giovani senza paura.

"Il messaggio di Mancini è stato quello di far giocare i giovani e lo disse quando convocò Zaniolo la prima volta. Gli altri club europei come il Bayern, il City non hanno paura a far giocare i giovani. Foden ha iniziato a 18-19 anni nel City, non nel Brighton. I club importanti devono capire che se ci sono giovani importanti devono giocare"

La crescita di Chiesa in un anno di Juventus è stata incredibile.

"E' il paragone perfetto. Giocare alla Fiorentina o alla Juventus è diverso, lui però ci ha messo del suo perché è migliorato negli ultimi metri, nelle scelte, nei passaggi... Il suo valore è schizzato a 100 milioni di euro e ci sta".

Ha avuto la sensazione che l'Inghilterra abbia rinunciato a giocare in finale?

"E' un altro aspetto positivo a nostro favore. Ci hanno temuto tutti e secondo me tutto è partito dalla vittoria in Olanda. Dominammo la squadra avversaria che poi quando ci affrontò a Bergamo cambiò stile di gioco. La Spagna, per esempio, ha tolto Morata e messo Dani Olmo per farci soffrire, ma poi il gol del pareggio lo ha segnato l'attaccante della Juventus. Tutti hanno capito che l'Italia è una squadra importante, il Belgio stesso, pur con problemi dovuti a infortuni, ha giocato diversamente. L'Inghilterra ci ha messo in crisi con il cambio di modulo all'inizio, ma poi abbiamo giocato solo noi. Mancini ha fatto un capolavoro di tattica, di scelte, di cambi e gli altri si sono assoggettati a noi e ci hanno temuto. Non a caso abbiamo vinto l'Europeo".

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