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Diaz: “Allenare l’Inter? un onore. Il Trap maestro di vita. I miei due derby…”

In occasione del derby di Milano, in programma domenica prossima, tornerà a Milano un grande ex nerazzurro Ramon Diaz. Ecco le sue parole avvicinato da Tuttosport: “Da quanto non tornavo a S,Siro? Beh, davvero da tanti anni anche...

Riccardo Fusato

In occasione del derby di Milano, in programma domenica prossima, tornerà a Milano un grande ex nerazzurro Ramon Diaz. Ecco le sue parole avvicinato da Tuttosport: "Da quanto non tornavo a S,Siro? Beh, davvero da tanti anni anche perché in passato, allenando, non potevo lasciare l’Argentina. Ora mi sono preso un po’ di tempo e voglio far vedere al mio Emiliano, uno che sa bene cosa rappresenta Boca-River, com’è l’atmosfera del derby di Milano. Nell'anno dello scudetto, nel derby il Trap preferì fare giocare Fanna? Eh, me lo ricordo... Per fortuna ha fatto gol Aldo (1-0, 11 dicembre 1988, ndr). Con Serena quell’anno abbiamo davvero fatto tanti gol: eravamo una coppia perfetta. Io arrabbiato con il Trap? No, no, è passato tanto tempo... Però il ritorno l’ho giocato e abbiamo pareggiato (0-0, il 30 aprile 1989, ndr). Piuttosto, dal Trap ho imparato tanto come allenatore. Prima regola? Che prima di perdere... è meglio pareggiare - E giù una bella risata - scherzi a parte, il Trap è un grande maestro per disciplina tattica, per cultura del lavoro e perché sa responsabilizzare i propri giocatori. Inter-MIlan come Boca-River? Sono derby simili per la passione che creano in città. A Buenos Aires si ferma tutto: pensi che tra dieci giorni ci sarà il derby in semifinale di Copa Sudamericana e già non si parla d’altro. Io allenare in Europa? In Argentina ho vinto tanto e ho voluto lasciare il River quando pensavo fosse il momento giusto per lasciare un bel ricordo di me alla gente. Qui purtroppo ci sono problemi economici di ogni genere e un allenatore ogni anno è costretto a lavorare con una squadra da costruire ed è molto difficile. In Europa sarei nelle condizioni ottimali per far vedere cosa posso fare. Un'eventuale chiamata dell'Inter? Sarebbe un piacere allenarla: ho esperienza e so cosa vuol dire gestire una squadra competitiva che vuole sempre giocare per vincere. E so come come si fa a vincere. Come dimostra la mia carriera.In Italia mi hanno insegnato che, quando si gioca a calcio, la prima cosa che conta è il risultato. Da tutti gli allenatori che ho avuto in carriera, da Menotti, al Trap fino a Wenger ho cercato di prendere il meglio e questo mi ha permesso di vincere sempre tanto. Perchè noi argentini ci troviamo bene in Italia? Perché abbiamo la stessa testa di voi italiani, proviamo la stessa passione per il calcio e questo fa sì che in campo riusciamo a parlare la stessa lingua. Consigli per gli acquisti? Uno sicuramente è Maidana, il centrale del River: ha personalità, piedi buoni, è bravo di testa e può giocare tranquillamente in Italia. Ma abbiamo anche altri giovani interessanti in Argentina: il nostro campionato, da anni, è una fabbrica di giocatori da esportazione"