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Di Canio: “Da Conte ti aspetti molto, ma è stato lamento continuo. Chelsea avvelenato”

L'ex giocatore ha parlato dell'allenatore nerazzurro e delle voci che parlano del suo possibile addio ai nerazzurri

Eva A. Provenzano

Paolo Di Canio, a Skysport, ha parlato di Contee delle voci che parlano di addio dopo il pari con il Verona. L'ex giocatore ha detto la sua: «Ma è stato Conte a far circolare la voce? O è la società che ha una mezza idea? Non si è capito molto. Sembra sempre colpa degli altri? L'Inter ha speso e ti ha fatto pulire lo spogliatoio. Con Conte hai un'idea di unità nello spogliatoio, tutti devono remare dalla stessa parte, non ci deve essere nemmeno uno screzio, la professionalità, il modo di porsi, accentrare tutto sul gruppo e su sé stesso. Conte, non è uno che lo fa apposta, ma accentra, è un condottiero, è duro, lavora 24 ore al giorno. Ti aspetti tanto da lui e invece è stato un lamento continuo fin dall'inizio. Vincevi ok, ma perdevi e diceva 'dove andiamo che abbiamo un ragazzo del Cagliari e diceva a Barella e poi a Sensi con dei nomi. Non mi meraviglierei. Sarebbe ingiusto perché lui deve fare delle modifiche al gruppo, ha il potenziale per farlo, ma non mi meraviglierei che il club non sia contento. Al Chelsea, nonostante abbia vinto, al primo anno erano già avvelenati per il suo modo di porsi».

«Perché una società che spende tanto deve fare risultato subito. E se arriva terzo e non vince l'Europa League non ha portato tante modifiche, hai fatto il minimo. Dobbiamo dirlo. Come sta finendo quest'anno l'Inter? È la peggiore questa squadra. Dopo il lockdown sembrava quella di inizio anno. Ma sta andando avanti chi ha fatto meno peggio. Lo spogliatoio puoi attaccarlo quante volte vuoi. Ma se vinci sopportano e resistono. I giovani magari aspettano di più e accettano anche la parola brutta, ma quando non vinci e continui a dire 'vediamo chi è degno di questa maglia' lo spogliatoio si ribella. Lui quando parla di errori individuali fa capire che può insegnare qualsiasi cosa, ma sono errori individuali ed è normale che parli di livello».

«C'è il pubblico, c'è il silenzio, perché non ha gridato a Lautaro di non tirare il rigore? Credo fosse più arrabbiato con sé stesso per quel rigore. Uno che interviene su tutto, che ti chiama pure a casa, poteva dire a Lukaku di tirare il rigore. Non è poi solo la questione del risultato sportivo. I gruppi importanti, che sono le proprietà, vogliono vedere entusiasmo, lavoro da leader, la visione, l'armonia, non massacro. Sono ambiziosi e guardano agli atteggiamenti del capo truppa, come si comporta, come trasmette il messaggio. Sono attenti a questo, non mi meraviglierei se dovesse andare male - e non lo spero per l'Inter - non sono così convinto. Poi spero che Conte resti perché è uno vincente».

(fonte: Skysport)

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