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Paolo Di Canio, ex calciatore, ha concesso un'intervista ai microfoni de Il Mattino. Il tema principalmente affrontato è stato il big match di domenica sera tra il Napoli di Gattuso e l'Inter di Conte: «Un duello tra due mondi diversi: da una parte uno che succhia il sangue degli avversari appena vede una ferita, dall'altra uno che vuole mangiare nella metà campo avversaria e avere sempre il pallone tra i piedi. Non male come sfida».
Che Napoli affronta l'Inter?
«Una squadra che ha ancora il suo obiettivo a portata di mano. Dicono che sia un obiettivo minimo ma andare in Champions non lo è anche alla luce di tutto quello che ha passato Gattuso. È fondamentale arrivare al quarto posto. Pensiamo se una tra Napoli e Juventus non riesce a centrare questo traguardo, non sarebbe semplice la prossima estate».
L'Inter ha interrotto la tirannide della Juventus.
«Conte ha sistemato delle situazioni particolari, c'erano tanti problemi e lui è riuscito a risolverli. Ma attenzione: quello che ha avuto Conte non ha avuto Spalletti. In questi due anni ha fatto quello che voleva, ha fatto il manager all'inglese, ha preso decisioni, gli hanno permesso di farlo. La squadra prima si è avvicinata alla Juve, poi l'ha surclassata. Ma la Juve ha fatto molto meno di quello che si aspettava e il Milan non poteva tenere il passo solo con Ibrahimovic che ha pur sempre 39 anni».
Domenica che partita sarà?
«La lettura è semplice. Conte succhia il sangue degli avversari che hanno ferite. Non proprio quello che fanno le grandi squadre che invece si mettono nella metà campo degli avversari per mangiarti, per farti gol. Quello che fa Gattuso, per esempio. Conte invece aspetta l'errore per colpire, non pensa ad aggirare le difese altrui, non pensa a dominare. Vince e va bene. Antonio sfrutta il meglio dei suoi, la forza fisica, la ripartenza. Ho visto l'Inter lasciare la gestione del gioco persino alle squadre in fondo alla classifica. Dicono gli altri, non io, che l'Inter non ruba l'occhio. Io dico che vince sfruttando le proprie armi. Come fa, per esempio, Simeone».
Il Napoli di Gattuso fa esattamente l'opposto.
«Infatti, a volte viene criticato per la sfacciataggine con cui gioca, il 4-2-3-1, i terzini altissimi che spesso superano anche quelli davanti a loro. Gli piace essere padrone del proprio destino, avere il controllo del pallone, decidere come giocare. Ma con l'Inter le minacce sono tantissime».
Cosa fare?
«Io ho visto l'Inter in ansia con chiunque, anche con il Crotone. In queste ultime quattro partite non so neppure io come abbia fatto a vincere ma di riffa e di raffa ci riesce sempre. Ecco, il Napoli andrà a prendere l'Inter davanti alla porta, però se poi arrivi lì e non concludi con un cross o con un tiro, non dai protezione, non hai copertura preventiva, i nerazzurri ripartono e Lukaku a campo aperto è giocatore da football americano. Rino deve indottrinare la squadra: ragazzi, niente ricamini, uno-due veloce e guardiamo anche indietro».
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