Intercettato da La Gazzetta dello Sport, Claudio Ciccimarra, capo della Digos di Milano, ha spiegato le indagini che hanno permesso di trovare Fabio Manduca, colui che ha ucciso Daniele Belardinelli la notte del 26 dicembre 2018, prima di Inter-Napoli: “Siamo arrivati all’arresto dopo una complessa indagine, abbiamo ricostruito in modo dettagliato quella sera, rivisto le immagini comunali e di privati. Fondamentali sono state le testimonianze dei tifosi coinvolti negli incidenti, della gente che ha assistito agli scontri, più le intercettazioni e le perizie. Siamo riusciti a dare un filo a tutto quello che è successo in via Novara.
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La Digos: “Omertà degli ultras dell’Inter, ma abbiamo trovato Manduca in questo modo”
Le parole di Claudio Ciccimarra, capo della Digos di Milano
Siamo risaliti alle auto e agli autisti. Non ci sono immagini dell’impatto - continua Ciccimarra -, ma tutto viene ricostruito con i frammenti di ciò che hanno visto le varie telecamere. Alla fine abbiamo escluso tutte le auto dei tifosi napoletani tranne la Kadjar e una Audi A3: poi, grazie alle perizie, siamo arrivati all’individuazione di Manduca. L’auto non era stata lavata, ma sequestrata subito: tutte le macchine hanno una certa quantità di sporco nella parte bassa, la sua aveva una striscia di sporco minore compatibile con l’investimento di Dede. Non siamo certi che abbia puntato Belardinelli ma non ha fatto nulla per evitare lui e gli altri tifosi nerazzurri: comunque nessuno dell’Inter ci ha reso la vita facile per la ricostruzione di quello che è successo. C’è stata una assoluta omertà”.
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