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Un amore viscerale, quello di Federico Dimarco per l'Inter. Nato ben prima del gol al Frosinone, nato quando il ragazzo di Porta Romana a Milano non andava nemmeno alle elementari e frequentava già la Curva Nord. Scrive la Gazzetta dello Sport:
"Da qualunque lato si guardi, domenica Dimarco si è vestito da mago, come alle feste dei bambini, e ha lasciato un popolo felice e senza parole. La sua buca in un colpo ha dato a San Siro una strana sensazione di estasi: dopo un attimo di stordimento, ci spellava le mani e la Nord, la “sua” Nord, ha cantato all’infinito il nome del ragazzo di casa. Federico ha ricambiato, emozionato a dispetto di quella faccia da duro: l’Inter gli è entrata dentro proprio seduto su quei gradoni".
"Non faceva neanche le elementari, si divertiva a colpire col mancino fingendo di essere Vieri in un parchetto in zona Calvairate, lì dove vivono ancora i suoi genitori, ma gli occhi luccicavano solo all’ingresso della Nord. Un rito per lo zio Sergio quando non era con papà Gianni nella loro storica Ortofrutta di Corso di Porta Romana, ormai meta di pellegrinaggio per nerazzurri romantici. Ma non per i giornalisti: inutile tentare di strappare una frase, la consegna al silenzio è rigidissima. Niente deve distrarre il figliolo, che comunque non dimentica le origini e la fatica fatta per riprendersi il nerazzurro".
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