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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'ex terzino dell'Inter Federico Dimarco, ora in prestito al Sion, ha parlato dell'esperienza in Svizzera e delle sue speranze per il futuro.
Com’è maturata la decisione di andare in Svizzera?
«Avevo richieste sia in Serie B, da titolare, che in A ma, a inizio stagione, l’allenatore del Sion era Tramezzani e con l’Inter abbiamo pensato che fosse un’ottima opportunità».
Che ricordi conserva del periodo nelle giovanili dell’Inter?
«Ricordi senza dubbio bellissimi. Sono arrivato quando avevo sette anni e ho avuto modo di togliermi tante soddisfazioni, vincendo coppe e trofei con le varie formazioni giovanili. L’esordio con Mancini in Europa League e in Serie A poi sono ovviamente momenti indimenticabili».
Le piacerebbe tornare in nerazzurro?
«Sono da sempre interista, quindi mi piacerebbe ovvia mente! E credo che, più in generale, qualunque ragazzo di proprietà dell’Inter che sceglie di andare in prestito spera poi di poter tornare».
Negli anni a Milano con chi ha legato di più?
«Se parliamo di miei coetanei, sicuramente con Federico Bonazzoli perché con lui abbiamo fatto tutta la trafila dai Pulcini in poi. In prima squadra invece mi hanno trattato tutti molto bene. Sento ancora Murillo ad esempio, nonostante sia a Valencia ora, poi anche Icardi e Palacio mi hanno aiutato tanto».
È ancora in odore di Under 21. Spera di poter rientrare nelle convocazioni?
«Giocare in Nazionale è qual cosa di unico. Ho già sentito mister Di Biagio che ha voluto sapere come stessi. A marzo è in programma la prossima con vocazione, spero in una chia mata».
Che speranze ha per il futuro?
«Intanto penso a fare bene in questa seconda parte di stagione. Sarà importante anche per il mio futuro riuscire a disputare una buona annata. A giugno decideremo...»
Poter tornare in Italia potrebbe essere un’idea?
«Mi piacerebbe ma lo vorrei fare compiendo il salto definitivo, diventando subito una pedina importante della forma zione. Fare bene quest’anno potrebbe aiutare molto».
Anche per l’Inter...
«Chissà, speriamo... (ride ndr)».
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