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Punto di forza dell'Inter e della Nazionale, riconosciuto ormai come uno dei migliori interpreti del suo ruolo: Federico Dimarco è oggi uno degli esterni sinistri più determinanti d'Italia e d'Europa, arma micidiale per le squadra che hanno la fortuna di poterlo schierare. Eppure, c'è stato un tempo non lontano in cui erano in molto a dubitare delle sue potenzialità. Uno di loro siede sulla panchina del Napoli, prossimo avversario dei nerazzurri: Antonio Conte.
La Gazzetta dello Sport ripercorre il rapporto "Dimash" e l'ex tecnico interista: "L'allenatore nel 2019 guidava un giovane Dimarco tra le fila dell'Inter, tenuto ad Appiano dopo un precampionato di livello in un ritiro blindato a Lugano. L'ha raccontato proprio Federico, intervistato da Gianluca Gazzoli nel "Basement", il podcast-confessione dove si parla di tutto. "Dopo un paio di allenamenti mi disse di restare. Ero gasato e... spiazzato". Soprattutto perché Dimarco arrivava da un'annata con un solo gol in 13 partite".
"Tuttavia, al netto di un buon precampionato, Dimarco quell'anno giocò appena quattro partite, di cui solo una da titolare nel 4-1 rifilato al Cagliari in Coppa Italia. [...] Altri tempi. Dimarco collezionò altre tre presenze in Serie A e poi bussò alla porta di Conte, supplicandolo di andar via: "Mi sentivo inadatto per stare in quel contesto. Verona mi ha cambiato la carriera". Il resto è storia recente. L'anno e mezzo passato al Bentegodi gli ha permesso di svoltare. L'Inter gli ha teso la mano dopo averlo visto esplodere altrove. Nel 2019-20, sulla sua corsia, c'erano Biraghi e Lazaro. A gennaio arrivò anche Ashley Young. Andarsene gli è servito per tornare indietro".
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