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Della possibilità che le gare in Serie A si allunghino per via dei recuperi extralarge che si stanno vedendo al Mondiale ha parlato il tecnico del Sassuolo Dionisi:
«Non tanto. Ormai da tempo quella tra l’85’ e il 95’ è una partita nella partita. Adesso ne avremo un’altra tra il 95’ e il 105’ e non credo che sarà spettacolare o ad alta intensità. Ma la cosa che mi preoccupa di più è l’eventuale mancanza di chiarezza. Servono dei paletti e dei parametri certi, perché si passa da un recupero soggettivo a uno quasi oggettivo. Già adesso ci sono differenze nella valutazione degli episodi che dovrebbero determinare il recupero. Se si allarga il recupero, si allarga anche il rischio di avere interpretazioni diverse e durate troppo differenti delle partite. Quindi sarà fondamentale la chiarezza. E anche la comunicazione».
«Al Mondiale è capitato che un recupero già indicato sia stato poi allungato di alcuni minuti. In questo caso credo che sia giusta una comunicazione ulteriore, anche per evitare polemiche che in Italia non mancano mai. Quindi le linee guida dovranno essere chiare per tutti, così come l’informazione sull’eventuale incremento del recupero».
«Se davvero i secondi tempi dureranno 10 minuti in più, allora magari l’ultimo slot sarà ritardato. Però c’è l’altro lato della medaglia: se verso il 40’ del primo tempo hai un giocatore con un problemino fisico, adesso cerchi di arrivare all’intervallo senza sostituirlo per vedere se recupera e per non bruciarti uno slot. Ma se il primo tempo dura 50’ o di più, mica puoi permetterti di tenere in campo un calciatore in difficoltà così a lungo. Sono tante le considerazioni da fare».
«È vero, chi va in panchina avrebbe la speranza di disporre di un minutaggio più ampio per incidere. La realtà è che si rischia quasi di giocare un terzo tempo. Spesso il Mondiale diventa un banco di prova importante per qualche cambiamento epocale e potrebbe essere così anche stavolta. Però non pensiamo che il recupero lungo porti spettacolo: negli ultimi minuti la componente psicologica è fondamentale e si cerca soprattutto di evitare gli errori».
«In Italia siamo più conservatori e poi quella di Orsato era la prima partita. Ma già dal giorno dopo abbiamo visto i 27 minuti di recupero complessivi di Inghilterra-Iran, parzialmente dovuti a un infortunio, e l’andazzo è quello».
«Un po’ sì, però sono anche curioso e voglio pensare positivo come sempre. E allora mi auguro che questa sia una strada per combattere le perdite di tempo e che presto si possa tornare al recupero “tradizionale”. Significherebbe che è aumentato il tempo effettivo, cioè la cosa più importante».
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