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La maggior parte dei cambi sono stati davanti e lì ora stupisce il figlio di un suo caro amico.
—«Sì, parlo spesso con Lilian, anche della carriera di Marcus. In quella posizione Dzeko ha fatto due ottime stagioni e Lukaku ha avuto molti alti e bassi, ma lui porta aria nuova. Quando ha firmato per l’Inter sono stato davvero felice: gli ho mandato immediatamente un messaggio e da quel momento lo seguo passo passo. Lo conosco bene fin da bambino, l’ho visto crescere. Gli voglio bene, ma in generale mi piace il suo gioco: è un attaccante modernissimo che può fare tutto. Penso che andare all’Inter sia stata un’ottima scelta: è andato in una squadra particolare, unica, ma credo che se imparerà ad adattarsi fino in fondo, e non ho dubbi che ci riesca, sarà tra i migliori giocatori del campionato italiano e potrà crescere anche nel suo status europeo».
Marcus ha preso qualcosa dal papà?
—«Intanto, il fatto che abbia già realizzato due reti dimostra che ha trovato una sua posizione accanto a Lautaro. Sfrutterà a fondo questa esperienza perché è molto forte e solido a livello mentale, proprio come Lilian: è una cosa molto importante per diventare un grande giocatore».
L’ha stupita come ha stravinto il duello francese contro Giroud?
—«Beh, sono giocatori molto diversi. Olivier ha più esperienza e anche lui è un mio caro amico: l’ho visto di recente durante la prima partita del Mondiale di rugby e parlavamo proprio di questo derby, che poi per lui è andato male. Rispetto a Giroud, che è più centravanti, Marcus è capace di giocare su tutto il fronte offensivo. Hanno giocato insieme in nazionale e non sono egoisti, per questo non mi piace metterli uno contro l’altro».
Siamo vicini all’esordio anche di un altro francese: cosa aggiunge alla compagnia Benjamin Pavard?
—«Ancora più esperienza internazionale, acquisita sia con la Francia che con il Bayern, e ancora più forza fisica e varietà nel gioco: Benji è una benedizione per ogni allenatore, può occupare diverse zone del campo, fare il centrale e il laterale con la stessa naturalezza. È in grado sia di portare palla sia di affondare che di gestire il gioco. Più completo di così...»..
C’era una volta un ragazzino armeno che fece carte false per una foto col suo idolo francese di origini armene...
—«E quel bambino è diventato campione, uno dei giocatori più intelligenti che ci siano, come si è visto nel derby. Nel tempo Mkhitaryan è diventato un vero amico anche se ci sentiamo meno di quanto vorrei: se l’Inter è diventata così forte è anche per merito dell’equilibrio che le ha dato Henrikh. Lui ha fatto un percorso incredibile, ha dimostrato di essere una grande persona e spero di rivederlo presto con l’Armenia, che ha bisogno di lui».
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