LEGGI ANCHE
Quando andava di moda il “falso nove”, si è sentito un po’... sorpassato?
—«Io sono un centravanti vecchio stampo, conosco le mie caratteristiche, quello che posso dare e, dovunque sono andato, ho sempre giocato. E poi, alla fine, anche Guardiola ha preso Haaland... Certo, lui non ha solo fisico ma pure potenza, allungo ed è un “cyborg” però il fatto che proprio il City abbia sentito il bisogno di prendere un centravanti, ha fatto tornare tutto un po’ alla normalità».
A chi si è ispirato agli inizi?
—«Drogba e Ibrahimovic sono sempre stati i miei punti di riferimento».
Qual è l’avversario che più le ha dato fastidio?
—«Ce ne sono stati tanti. Con Chiellini, Bonucci e Barzagli era dura, soprattutto nell’uno contro uno con Giorgio. Poi in Nazionale ho affrontato van Dijk, un altro bello tosto».
E oggi?
—«Bremer e Acerbi che è intelligente e ha esperienza».
Tra lei e Gatti, in Juve-Verona, sono state scintille...
—«Partita molto accesa, loro l’hanno vinta all’ultimo minuto e nel nostro duello ognuno faceva la propria parte. Sono cose di campo, io dovevo rompere quel muro, lui doveva difenderlo e c’è stato quell’episodio (un pugno di Gatti a Djuric, ndr). Però per me le cose di campo sono sempre rimaste lì e non c’è nessun tipo di problema».
© RIPRODUZIONE RISERVATA