ultimora

Donadoni: “Top club? Avrei solo voluto partire da inizio stagione. Accetto la realtà …”

A margine della cerimonia di premiazione in cui gli è stato consegnato il premio “Il bello del calcio” in memoria di Giacinto Facchetti, mister Roberto Donadoni ha concesso altre parole a tutti i giornalisti presenti all’evento,...

Dario Di Noi

A margine della cerimonia di premiazione in cui gli è stato consegnato il premio "Il bello del calcio" in memoria di Giacinto Facchetti, mister Roberto Donadoni ha concesso altre parole a tutti i giornalisti presenti all'evento, tra cui noi di FCINTER1908.it. Qui le sue parole rilasciate alla stampa.

BOLOGNA"I primi 180 minuti sono andati bene, abbiamo ottenuto vittorie. Abbiamo da lavorare, c’è ancora tanto da fare. Sappiamo benissimo quanto sarà complicato, però dobbiamo avere grande volontà, grande voglia e grande determinazione, cercando di raggiungere un obiettivo che è alla nostra portata. Con grande umiltà cerchiamo di portare avanti il nostro valore e vediamo"

TOP CLUB"Se mi aspettavo una chiamata più importante? Non mi aspettavo niente, ognuno di noi deve fare i conti con se stesso prima di tutto, e io sono molto realista in questo senso. Perciò do atto e credito a ciò che accade. Chiaro che avrei voluto e preferito lavorare fin da subito, dall’inizio del campionato per avere dei vantaggi in tutti i sensi. Così non è accaduto, accetto la realtà".

CAMPIONATO"Chi gioca meglio? Ci sono tanti esempi. Magati non c’è una grandissima continuità, però ci sono tante squadre che hanno dimostrato una certa conoscenza e la presenza di un lavoro importante alle spalle. E’ chiaro che siamo ancora in una fase iniziale ed interlocutoria di quello che sarà il campionato, però c’è grande compattezza sia in alto che in basso e tutti quanti vogliono far bene e dimostrare. Speriamo si possa dare ancora di più, che sia un bel campionato e un motivo in più per tutta la gente di affezionarsi a questo sport"

PARIGI"Che effetto mi fa pensare che qualcuno possa colpire la gente che segue una partita allo stadio? Io credo che quello che è accaduto e che accade è soltanto il risultato di circostanze. E’ chiaro che là dove ci sono le possibilità di colpire la gente o agglomerati di persone, questo può diventare un bersaglio. Da sempre lo sport è un po’ un richiamo in questo senso, ma non va vista e letta in questo senso o in questa misura quello che è accaduto e sta accadendo. Tutti quanti noi a 360° dobbiamo cercare di fare qualcosa di più, cercando anche di capire i motivi. A volte si corre il rischio di finire in frasi scontate e abbastanza banali, ma c’è tutta una riflessione da fare che va ben oltre all’atto deplorevole e bruttissimo, Io ho vissuto l’esperienza di gennaio sempre a Parigi, con mio figlio che era a Parigi a studiare. Da papà e da padre è chiaro che quando ti trovi in circostanze del genere sia difficile e complicato. Pensiamo a coloro che hanno perso persone care, è una tragedia che deve far riflettere tutti e deve porre tutti nelle condizioni migliori per agire affinchè cose del genere non accadano più. Sicurezza negli stadi? Io credo che non ci potrà mai essere una sicurezza totale, questo non in Italia ma in generale. E’ impossibile, è impensabile. Quindi bisogna che tutti quanti si adoperino in maniera tale che ci sia una capacità capillare per individuare, capire e cercare di prevenire. Come sempre in tutti gli ambiti quello che dobbiamo fare è cercare di prevenire le cose, non curarle dopo, perché poi diventa tutto più difficile. Questo non riguarda solo certi episodi, ma anche il mondo sportivo, cercando di dare una mano magari agli ex giocatori adesso in difficoltà, oppure chi vive situazioni complicate ed è abbandonato da un sistema che dovrebbe dare loro una mano".