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DONATI: “Avrei apprezzato tornare all’Inter. Non capisco perché Strootman…”

Daniele Mari

Giulio Donati, appena passato dall’Inter al Bayer Leverkusen, ha parlato di questo trasferimento dalle colonne di Tuttosport. Giulio Donati, dall’esordio in serie A contro Ronaldinho a Ribery e Robben in Bundesliga. Un bel passo...

Giulio Donati, appena passato dall'Inter al Bayer Leverkusen, ha parlato di questo trasferimento dalle colonne di Tuttosport.

Giulio Donati, dall’esordio in serie A contro Ronaldinho a Ribery e Robben in Bundesliga. Un bel passo avanti...

«All’epoca era stata una bella emozione debuttare in serie A, era un sogno che si avverava. Se riuscirò a giocare in Champions League, si avvererà un altro sogno».

Cosa si aspetta da questa nuova avventura?

«Voglio fare bene e misurarmi con questa nuova realtà. Cercherò di fare bene, visto che in Italia non ho avuto la possibilità di farlo».

Il nostro paese ha poca fiducia nei giovani...

«I giovani stranieri arrivano in alto. L’olandese Strootman, per esempio, è apprezzato da molti club italiani. Le società devono avere fiducia nei giovani: i fatti recenti dicono che siamo migliori degli olandesi. Se si dà una possibilità a loro, non vedo perché non debba essere data a un giovane italiano, vice campione d’Europa».

Traspare un’evidente amarezza nell’aver lasciato l’Italia.

«Tornare all’Inter e giocare in serie A lo avrei apprezzato, ma in Italia non c’erano possibilità concrete e non mi sono state fatte proposte interessanti. Quando il Bayer Leverkusen mi ha offerto quattro anni di contratto, non potevo rifiutare. C’è un po’ di dispiacere per non essere tornato in A, ma sono molto più felice perché avrò l’occasione di giocare in Champions».

Perché il Bayer Leverkusen?

«Sono stati i primi a prendere l’aereo e parlare con l’Inter per chiudere la trattativa. Si è mossa addirittura una personalità come Rudi Völler. Non potevo che apprezzare».

Ma conosce il tedesco?

«No, non lo parlo. Comunque me la cavo con l’inglese e all’inizio avrò un interprete...».

Che bagaglio di esperienza si porterà in Germania?

«Quella degli anni di Lecce, Padova e Grosseto e i tre anni di Under 21, che mi hanno fatto crescere. Anche se c’è ancora molto da imparare...».

Luca Caldirola al Werder Brema. Vi siete già sentiti?

«Sì, ci siamo sentiti. Era contentissimo, quando ha firmato per il Werder mi ha chiamato. Abbiamo subito visto la distanza, sono 300 chilometri. Ci vedremo perché siamo grandi amici prima che compagni di squadra».