ultimora

Donati: “Esordio in Champions ricordo più bello. Nell’Inter poco spazio per me e…”

Francesco Parrone

Il terzino toscano è tornato a commentare i suoi anni in nerazzurro "Mourinho prima di tutto era una grandissima persona ancor prima che un grande allenatore"

Tra i tanti emigranti della Serie Ac'è anche l’ex interista Giulio Donati, cresciuto nel settore giovanile dell'Inter e maturato tra Lecce, Padova e Grosseto prima di intraprendere una nuova grande avventura in Germania a Leverkusen e poi a Magonza.

Ai microfoni di MaidireCalcio.com, il difensore è tornato a parlare del suo passato nerazzurro: "Il ricordo più bello dei primi anni di carriera è sicuramente l’esordio in Champions League a Manchester".

Con l’Inter hai esordito in Coppa Italia dal 1′ minuto contro il Livorno nella squadra che avrebbe poi vinto il Triplete. Quale calciatore di quell’Inter ti ha impressionato e hai qualche aneddoto da raccontarci? Su Mourinho invece, cosa ha di speciale il suo modo di lavorare?

"A livello di personalità e di capacità di far gruppo anche perché Marco era a fine carriera dico Materazzi, per me è stato importantissimo. Poi ovviamente Zanetti che tutti conosciamo e non ha bisogno di essere presentato e poi per quanto riguarda calciatori di qualità nel mio ruolo dico il Maicon di quei tempi che era veramente un giocatore che lasciava a bocca aperta ogni partita. Mourinho invece prima di tutto era una grandissima persona ancor prima che un grande allenatore, e quindi questo i calciatori lo sentono e fa si che il giocatore dia ancor di più tutto se stesso per l’allenatore. E’ poi un grandissimo motivatore, infatti ha capacità di motivare una squadra che deve giocare ogni tre giorni, non è da tutti e lui riusciva in tutto questo ed ecco perché su tutti e tre i fronti sono riusciti ad arrivare fino in fondo e poi a vincere".

Tu e Caldirola avete vissuto insieme la trafila finale nel settore giovanile interista e l’avventura con l’Under 21 prima di approdare in Germania nello stesso periodo. Come mai calciatori di 22/23 anni devono lasciare l’Italia per cercare fortuna all’estero?

"Nel nostro caso non c’è stato un progetto che ci vedesse partecipi nell’Inter di Mazzarri. Lui poi è andato nel Werder Brema che è anche una società storica, mentre per me è si prospettava una bellissima esperienza e la possibilità di giocare la Champions League e quindi ci è andata pure bene".