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Della due giorni di Champions di Inter e Milan e del derby di domenica sera ha parlato il giornalista Matteo Dore sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:
"L’Inter seconda nel girone, il Milan ancora appeso a una sottile speranza. A Milano il derby è ufficialmente servito: il Milan ha finalmente trovato il primo punto europeo della stagione, anche se il pari con il Porto potrebbe essere troppo poco per la qualificazione, e l’Inter ha chiuso in gloria una partita che alla fine del primo tempo poteva anche rievocare sinistri fantasmi già visti in passato. Con i tre gol di ieri ha rimesso lo Sheriff nella dimensione che tutti si aspettavano il giorno del sorteggio. Una provinciale destinata al ruolo di materasso, anche se le due vittorie consecutive contro lo Shakhtar in casa e soprattutto contro il Real, a Madrid, avevano cambiato il modo in cui si guardava questa strana squadra di uno strano Paese, la Transnistria, provincia della Moldavia con aspirazioni indipendentiste".
"Un po’ come era successo domenica contro l’Udinese, l’Inter è riuscita ad aprire gli avversari solo nel secondo tempo. È quella sensazione di leggera incompiutezza che accompagna Inzaghi dall’inizio della stagione. Però è sicuro che la squadra costruisce occasioni, si muove con facilità e gioca con sufficiente intensità. Un solo piccolo neo: Lautaro e Dzeko non hanno segnato (anche se il Toro ha preso un palo) e la gara si è messa in discesa solo dopo un’invenzione di Brozovic e a una rete nata da un calcio piazzato. Inzaghi ha costruito un meccanismo funzionale in cui su un corpo ben definito inserisce con semplicità cambi e nuove soluzioni. Sanchez subito in gol appena entrato ne è la dimostrazione. Nel corso di questa stagione il tecnico ha saputo pescare nel gruppo quello che i singoli a volte non sono riusciti a dare, almeno non come succedeva l’anno scorso".
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