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Dossena controcorrente: “Troppe partite? Non è vero perché…”

"E' infondato il fatto che nel calcio si giochi troppo e non capisco da dove saltano fuori queste volontà", dice Dossena
Matteo Pifferi Redattore 
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"E' infondato il fatto che nel calcio si giochi troppo e non capisco da dove saltano fuori queste volontà, questo desiderio di dire che il calciatore gioca troppo". Lo dice il campione del mondo '82 Beppe Dossena all'Adnkronos, citando uno studio dell'agosto scorso messo a punto dal centro indipendente svizzero Cies. "Voglio contestare questo fatto perché ci sono dei numeri che parlano chiaro. Per fare solo un esempio, quello del Real Madrid: dal 2003 al 2004 ha giocato 59 partite, con un monte salari di oltre 98 milioni. Nel 2023-2024, ne ha giocate 55 con un corrispettivo di stipendi di 326,95 milioni. Dal 2003 alla stagione 2023-2024 i numeri delle partite giocate sono tutti i linea con questi numeri. Di fatto, giocano più o meno sempre lo stesso numero di partite".

Secondo Dossena "è evidente dal caso sopra citato che i club ne traggono beneficio: spendono molto, ma adesso incassano molto di più. E deve essere chiaro il fatto che la Fifa non è in una posizione dominante. Però c'è da spiegarsi tutto questo. Da ex calciatore dico: è giusto che la salute, è giusto che il benessere degli atleti, venga tutelato. Ma quello che ci viene raccontato non corrisponde alla realtà, i giocatori sono nella linea degli ultimi 10-15 anni. La spiegazione del perché si lamentano tutti qual'è? Non lo so, cercherò anche io di capire, ma se i numeri sono questi...".

Insomma, "i club spendono molto di più ma incassano molto di più. Vorrei che i giocatori prendessero coscienza e che non prendano per buono tutto ciò che gli viene raccontato. Perché io da calciatore, le vorrei giocare tre partite a settimana, vorrei competere a livello internazionale una volta che mi viene tutelata la salute e quant'altro. Ma questi ragazzi di oggi non giocano molto di più".

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