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"È stata fastidiosa come una seduta dall’osteopata la partita con il Venezia, però l’Inter ne è uscita con anima e corpo leggerissimi, considerato che - complice il colpaccio dell’Atalanta a Napoli - tra sette giorni nello scontro diretto ci sarà la possibilità di operare il sorpasso in testa. Il periodo si conferma alquanto propizio per Simone Inzaghi che pure l’anno scorso tra la sosta di ottobre e quella di novembre aveva pareggiato una sola partita in campionato vincendo tutte le altre". Apre così l'articolo di Tuttosport in merito alla vittoria dell'Inter contro il Venezia.
"Quella di ieri non passerà alla storia certo come un’impresa, anche perché senza i miracolosi interventi di Yann Sommer su Oristanio e (soprattutto) Pohjanpalo e senza il gol annullato al minuto 97 per un mani di Sverko nel contrasto su Bisseck staremmo qui a raccontare un altro film. Invece l’happy ending lo ha scritto Lautaro Martinez che, grazie al cross al bacio di un sempre più decisivo Dimarco (ossigeno pure per Spalletti in vista delle sfide con Francia e Belgio) ha confezionato il gol da tre punti, il 135° in nerazzurro, interrompendo un digiuno che a San Siro in Serie A perdurava dal 28 febbraio (4-0 all’Atalanta)", aggiunge il quotidiano che poi sottolinea un aspetto che Inzaghi non ha sottovalutato:
"Il primo a intuire che non sarebbe stata una passeggiata è stato proprio Inzaghi che ha deciso di puntare un po’ a sorpresa su tutti i titolari, nonostante mercoledì ci sia l’impegno con l’Arsenal in Champions: scelta che, a posteriori, si è rivelata vincente anche perché già così il ritmo nel primo tempo è stato “balneare” perché, evidentemente, non tutti i giocatori in campo erano giustamente sintonizzati sul match. L’Inter, a dire il vero, avrebbe anche meritato un rigore (ma l’arbitro ha visto una leggerissima spinta di Dumfries su Haps che aveva colpito il pallone in modo scomposto con la mano) ma tra leziosismi e voglia di entrare in porta col pallone, alla fine l’occasionissima l’ha avuta il Venezia con Oristanio: bravissimo Sommer, ma l’ex interista da lì aveva il dovere di fare meglio", commenta Tuttosport.
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