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Duncan e Bona, quasi 9 mln di plusvalenza. Gennaio? Mercato a zero. E con Dodò…

Alessandro De Felice

Il sito Calcio & Finanza ha analizzato nel dettaglio l’impatto del Fair Play Finanziario sul mercato delle big, prendendo ad esempio proprio l’ultima operazione portata a termine dall’Inter: la cessione di Bonazzoli alla...

Il sito Calcio & Finanza ha analizzato nel dettaglio l'impatto del Fair Play Finanziario sul mercato delle big, prendendo ad esempio proprio l'ultima operazione portata a termine dall'Inter: la cessione di Bonazzoli alla Sampdoria per 4,5 milioni con recompra triennale a 9 milioni.

Scrive il sito: "Per l’Inter infatti, l’addio al miglior talento della Primavera è coincisa con l’esigenza di bilanciare un mercato invernale comunque condotto in ottica Fair Play, come ha stimato C&F, e, se vogliamo, di non infastidire troppo la Uefa che tiene a tiro di schioppo un piano economico di risanamento quinquennale che di tutto ha bisogno tranne che di ulteriori sprechi di risorse vitali. Sempre C&F, alla chiusura della sessione di gennaio, rivelava infatti che “le cessioni alla Sampdoria di Bonazzoli (quest’ultimo rimarrà in nerazzurro fino a fine stagione) e Duncan, due prodotti del settore giovanile, ha consentito al club presieduto da Erick Thohir di incassare 8,6 milioni di euro e di realizzare una plusvalenza da iscrivere nel bilancio 2014/15 di pari entità, considerato che il valore di carico dei due giocatori nel bilancio dell’Inter è infatti pari a zero“. In sostanza cioè, per l’Inter, un mercato a costo e impatto “zero” in quanto, ai maggiori costi per 9,5 milioni legati solo agli stipendi dei nuovi arrivi (Podolski, Shaqiri, Brozovic e Santon, tutti in prestito, almeno nella stagione 2014/15, e dunque senza necessità di ammortizzarne il costo di acquisto) saranno compensati da quanto incassato con le cessioni dei due gioielli prodotti dal prolifico vivaio nerazzurro".

Il diritto con obbligo di riscatto l’altro “escamotage”

"Ma le strategie di maquillage di bilanci e rose non finiscono qua. Infatti, il progressivo addio alle comproprietà è stato rimpiazzato dalla formula più gentile e affidabile della “cessione con obbligo di riscatto“, che altro non è che un modo nuovo di definire un’operazione di mercato con una forma di pagamento spalmato lungo l’arco di più stagioni. Caso esemplificativo, quello del terzino brasiliano classe ’92 Dodò che, dalla Roma è passato all’Inter nell’estate 2014 con termini di pagamento che ai più potrebbero sembrare “curiosi” o, magari, apparire del tutto superflui ma sono, in tutto e per tutto, la chiave che consente alle società di accordarsi per muovere cartellini, soddisfare (perlomeno alla meno peggio) le richieste degli allenatori e per non restare imbalsamati e strozzati da una crisi a cui finora non è stato posto rimedio. Per Dodò infatti, la formula scelta dalle parti è stata quella del riscatto obbligatorio al primo minuto in campo con la maglia nerazzurra e pagamento pluriennale rinviato alla stagione 2016. Insomma, si fa quel che si può, nonostante i soldi siano, per così dire, sempre più “virtuali”".