Di Paulo Dybala si parla molto, in questo periodo. Della sua stagione non soddisfacente alla Juventus e delle ipotesi di mercato, che animeranno l'estate. L'attaccante argentino si è raccontato in una lunga intervista a Style: "Mi capita spesso di sentire frasi tipo "è giovane, ha 22 anni". Ma nel calcio, a quell'età non sei più tanto giovane. Io nell'ultimo periodo sono cresciuto molto. Non mi considero più un ragazzo perché ho fatto esperienze che mi permettono di vedere le cose in un altro modo, sia dentro sia fuori dal campo".
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Dybala: “A 22 anni non sei più giovane, ho un mental coach. Cambiare? Mi piace…”
L'intervista di Style all'attaccante argentino
La cosa più bella dopo il gol: "Saltare l'uomo è la cosa più bella del calcio dopo il gol. Finte, tunnel, pallonetti: sono queste le azioni che fanno divertire i tifosi. I calciatori sudamericani dribblano di più perché passano ore giocando per strada e nelle piazze. In Italia invece i bambini crescono sui campi sintetici. E di giovani con queste caratteristiche a parte Zaniolo e Chiesa ce ne sono pochi".
Gattuso (uno dei suoi allenatori): "In allenamento giocava con noi e non tirava indietro la gamba. Diceva che dovevo sentire le botte per imparare ad evitarle: mi ha aiutato moltissimo".
Come si sfoga: "Ho un mental coach ma non è come uno psicologo: è un lavoro che faccio per imparare cose nuove e vedere quello che mi succede in maniera diversa. Parlo tanto anche con mamma e con la mia ragazza. Prima ero più chiuso, ora riesco ad aprirmi con chi mi sta vicino".
Cambiare: "Cambiare mi piace. Fare cose nuove, darsi degli obiettivi e breve e lungo termine: bisogna trovare il coraggio di superare i propri limiti. Avere paura è normale: io l'ho avuta quando sono andato a vivere lontano dai miei e quando mi sono trasferito a Palermo. Anche passare a 21 anni alla Juve, uno dei club più forti al mondo, è stato un rischio. Ma se non ti butti non saprai mai quale era la scelta giusta".
(Style)
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