LEGGI ANCHE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ultimora
Getty Images
Ieri in campo sia l'Inter che il Manchester City, che saranno una di fronte all'altra per la finale di Champions League il 10 giugno. Se per l'Inter la gara con il Torino contava ben poco, la squadra di Guardiola ieri ha conquistato la Coppa d'Inghilterra battendo lo United nel derby.
"Guardiola, dopo essersi assicurato Premier e Coppa d’Inghilterra, arriverà sbuffando sul Bosforo. La stanchezza e le pressioni potrebbero annebbiare le idee dei suoi fuoriclasse. Restano favoriti, ma non hanno già vinto. Inzaghi si presenterà con la tensione giusta e il vento a favore. L’Inter continua a trasmettere un’idea di leggerezza. A Torino si è imposta con un filo di gas e ha chiuso il campionato al terzo posto. Missione compiuta, allenandosi nel modo migliore e senza eccedere nel turnover. Un’indicazione: Dzeko era e resta in largo vantaggio su Lukaku, votato all’ingresso in corsa per due motivi. Ha lo strappo e il cambio di passo per garantire una scossa e Simone non interromperà l’incantesimo. Gli uomini che lo hanno condotto a Istanbul verranno premiati", spiega il Corriere dello Sport.
"Per il City non è stata una passeggiata. A Wembley è finita con Haaland a difendere e proteggere il pallone sulla bandierina per perdere tempo e avvicinarsi al triplice fischio dell’arbitro. Strano ma vero, sembrava una partita del campionato italiano, non la finale di Coppa d’Inghilterra. Inzaghi e i suoi tattici Farris e Cecchi si saranno accorti del processo di normalizzazione di Guardiola, non solo perché ha abolito l’idea dello spazio al posto di un centravanti".
"Le piroette di Mkhitaryan (se recupererà) potrebbero essere la chiave nell’ultima mezz’ora. Ecco lo spiraglio in cui si può infilare l’Inter per disegnare la finale perfetta. Servirà la corsa garantita nelle ultime settimane dal prof Ripert e dal vice Spicciariello, preparatori ex Lazio: hanno portato i nerazzurri al top nel momento decisivo. Dovranno asfissiare il City con ritmo, intensità, gioco verticale e lunghissime cavalcate. Inzaghi ha risparmiato Dimarco, non Dumfries. Gli esterni conteranno. Pep con quattro trequartisti (ieri Bernardo Silva, De Bruyne, Gundogan e Grealish) a sostegno di Haaland può schiacciarli indietro. Se sapranno ribaltare il gioco, senza concedere ripartenze, Inzaghi otterrà la superiorità a centrocampo. Il City visto a Wembley era spaccato in due. Come il Brasile ai Mondiali ‘82. Chissà perché, a proposito di imprese epiche, ci sono venuti in mente gli azzurri e il Sarri", aggiunge il quotidiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA