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Non andavano d'accordo e questo si era già capito. Ma Zlatan Ibrahimovic, il suo rapporto con Pep Guardiola, l'ha messo a nudo, come tutta la sua vita in un libro in uscita tra due settimane (Aftonbladet, il principale quotidiano di Svezia, ha pubblicato in esclusiva il primo capitolo del libro, la Gazzetta dello Sport, sul suo sito, ne riporta alcune parti). Nelle pagine del suo 'diario' grande spazio alla sua parentesi al Barcellona. Lo svedese racconta i suoi problemi con il tecnico blaugrana e rivela: "E' stato un anno difficile, ho addirittura pensato di lasciare il calcio".
Un mal di pancia giustificato dalle imposizioni che, secondo il giocatore rossonero, gli erano state fatte dall'allenatore spagnolo. Gli disse che doveva restare con i piedi per terra, che non serviva una Porshe o una Ferrari per andare agli allenamenti. Il giocatore accettò di accontentarlo malgrado pensasse non fosse certo lui a dover decidere quale macchina doveva avere. "Sono arrivato a guidare come un pazzo. Una volta andavo a 325 all'ora e avevo dietro la polizia. Ho fatto così tante cazzate che non oso pensarci", racconta Zlatan che ha tentato di adeguarsi alla mentalità richiesta dal club blaugrana, senza mai riuscirci.
A Barcellona la prima donna è un'altra: "Messi ha cominciato a parlare, chiedendo un altro ruolo, le cose sono cambiate, Guardiola ha preferito accontentare lui", spiega Ibra nelle pagine del suo libro.
E così l'attaccante di Malmoe ha chiesto un chiarimento a Pep e gli ha detto quello che pensava: "Sono una Ferrari, mi guidi come se fossi una Fiat". Una dichiarazione che al tecnico non è piaciuta affatto e che logora il loro rapporto fino a quella frase che lo rompe definitivamente in mille pezzi quando lo svedese gli urla: "Sei senza c... ti caghi addosso davanti a Mourinho! Vaffa...". A quel punto è arrivato l'addio e l'approdo al Milan: Mou intanto vinceva con l'Inter, e senza Ibra, una tripletta storica.
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