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Eder: “Gioco a 11 per merito di mio padre. Dovevo essere della Fiorentina ma…”

Giovanni Montopoli

E’ un cuore aperto, Eder, nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “Dai 5 anni ai 12 ho giocato sempre a calcio a cinque: non volevo passare a 11 perché pensavo che lì la palla non la tocchi mai, ti arriva una...

E' un cuore aperto, Eder, nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Dai 5 anni ai 12 ho giocato sempre a calcio a cinque: non volevo passare a 11 perché pensavo che lì la palla non la tocchi mai, ti arriva una volta ogni tanto mentre io volevo stare sempre dentro il gioco...Poi un giorno mio padre mi spinge e convince a passare sul campo grande. Faccio un provino e passo al Criciuma, lo stesso club di Maicon. Partite, provini, test, anni che passano fino a quando - io negli Allievi - gioco contro l’allora squadra Primavera dello stesso club. Durante quella partita, in tribuna, ci sono alcuni scout italiani fra cui Pantaleo Corvino, allora alla Fiorentina. Corvino viene addirittura a casa mia, parla coi miei genitori, sembrava tutto fatto. Poi ecco che spunta l’Empoli: vado in Toscana, ma non in viola». La morale? «Che domenica prossima sarei potuto essere dall’altra parte, invece..."