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Elefante (GdS): “Tra paure ed obblighi, quale ruolo per l’Inter in CL? Spalletti sa che…”

L'analisi del giornalista

Matteo Pifferi

Il giornalista de La Gazzetta dello Sport Andrea Elefante ha pubblicato un sunto del momento di casa Inter, tra entusiasmo ritrovato e la consapevolezza che manchi ancora qualcosa per puntare in alto:

"Ritrovare la Champions League dopo sei anni e fra un mese e mezzo riscoprirsi a viverla con un po’ di ansia: per l’Inter sarebbe come avere un capo di lusso stradesiderato e accorgersi di non sapere bene cosa farsene, come abbinarlo con il resto della cabina armadio. Come sbagliare un test attitudinale: mesi e mesi di preparazione per non dimostrarsi perlomeno all’altezza, davanti alla commissione. Questo è la Champions: un ente giudicante, che traccia il confine fra mediocrità e élite, fra vivacchiare e vivere. Spalletti lo sa bene perché ha attraversato quel crocevia diverse volte, e sa quanto vanno forte le auto che passano da quelle parti. Per questo insiste chiedendo un ultimo sforzo sul mercato: due giocatori non banali per completare una rosa che dovrà affrontare almeno una cinquantina di partite stagionali, considerando di volare fuori confine - che sia per la Champions o l’Europa League - anche nel 2019. Il tecnico non dice nulla di nuovo: ribadisce. E sono cose già chieste anzitutto alla società. Pianificate con la società".

ELITE- "Quello che per l’Inter era diventato quasi imperativo, tornare in Champions, ora si trasformerà in opportunità: prepararsi per provare ad andare contro il suo «status» di squadra da quarta fascia, nel sorteggio dei gironi. Qualificarsi agli ottavi significherà risentirsi davvero in quell’élite, non riuscirci si potrà considerare un passo necessario per tornare nel giro, a patto di non fare la figura della parvenue. Il vero obbligo, semmai, sarà un altro: non perdere di nuovo il treno Champions; possibilmente salirci sopra senza fiatone, dunque prima dell’ultima giornata di campionato come successo l’anno scorso; preferibilmente restare a bordo avendo guardato chi starà davanti molto più da vicino. Convincersi che la Juve mollerà il campionato per dedicare le sue energie migliori solo alla coppa dei desideri equivale a credere ad un’utopia, ma provare a fare quello che ha fatto mesi fa il Napoli non è per forza illusione".

RINFORZI ED EQUILIBRI

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FORZE ED EQUILIBRIO - "L’Europa che conta fa rima con continuità, non casualità: per un club come l’Inter deve diventare regola e non estemporaneità, come è stato per anni prima di infilarsi nel tunnel dell’assenza ingiustificata. Rientrarci dopo sei anni è stato importante, restarci per anni lo sarà almeno altrettanto. L’Europa che conta, soprattutto, non può più essere vista dall’Inter come rischio di ingolfare il motore, ma benzina che può farlo girare meglio. Il fatto di non giocare le coppe si è potuto considerare risorsa l’anno scorso: squadra rinnovata e allenatore nuovo, dunque necessità di tempo ed energie da non dosare per ricostruire, con lunghe settimane di lavoro indisturbato, il palazzo dalle fondamenta. Però la Champions, a lungo andare, logora soprattutto chi non ce l’ha; avere una squadra pronta per la Champions equivale con ottimi margini di probabilità ad averla prontissima per la nostra Serie A; la Champions «allena» anche al campionato, non solo viceversa. Ad una condizione: poter gestire le forze con equilibrio, senza correre ad handicap in uno dei due tratti".

RINFORZI - "Per questo Spalletti aspetta altri due rinforzi. Non banali, si diceva: Vrsaljko, ormai vicinissimo, con la sua dimensione europea rafforzata sostanziosamente dal Mondiale rappresenta un identikit. Quello del giocatore che all’Inter servirà per completare anche il reparto di mezzo. Un centrocampista già «fatto», funzionale sia tecnicamente che tatticamente, con esperienza di Champions. Sarà probabilmente l’ultimo sforzo, ma per centralità nel progetto di Spalletti potrà diventare qualcosa di più: l’ultimo tocco che cambia un quadro, la chiusura di un cerchio. O il timbro che rinnova un passaporto, visto che si parla (anche) di Europa".

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