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Endt: “De Boer? Questo è il suo calcio. Molte pressioni ma…”

L'ex collaboratore dell'olandese ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport

Daniele Vitiello

David Endt, ex collaboratore di Frank De Boer all'Ajax, ha parlato del nuovo allenatore dell'Inter nel corso di un'intervista rilasciata ai colleghi del Corriere dello Sport: "Ho lavorato con lui dal 2010 al 2013 e vi posso assicurare che è molto bravo. Non ha una grande esperienza perché è stato solo all’Ajax e all’Olanda come vice, ma è sicuramente preparato e ha le idee chiare. Gioca un calcio molto offensivo, ma non vi aspettate un tecnico che va solo all’attacco perché è... un ex difensore (ride, ndr). Studia gli avversari e si sa adattare».

Il suo modulo preferito è il 4-3-3?

«E’ quello che ha utilizzato di più all’Ajax, ma quando faceva ancora il calciatore è stato in Spagna, in Scozia e in Turchia e lì ha giocato anche con altri sistemi. Con l’Ajax l’ho visto utilizzare pure il 3-4-3, il 4-2-3-1 o il 4-3-2-1. Ecco perché dico che non ha un modulo fisso. Sceglierà quello migliore in base ai giocatori che avrà a disposizione».

Cosa dovrà fare l’Inter per “agevolare” De Boer?

«Credere in lui. Frank è uno che ama lavorare con un progetto, ma deve essere appoggiato. Se tu credi in lui, De Boer ti ripaga con i risultati. Per lui non sarà facile e affronterà molte pressioni, ma l’Inter lo segue da anni e lo ha fortemente voluto».

Si aspettava che all’Ajax, alla prima esperienza, potesse fare così bene?

«Nel dicembre 2010 prese in mano la squadra in un momento complicato e non pensavo che potesse cambiare così in fretta l’Ajax e il suo modo di giocare, anche perché aveva lavorato solo con i giovani. Vedendolo durante la settimana ho capito che ha carisma».

Nel suo dna di allenatore c’è l’abilità a lanciare i giovani.

«Ama allenarli e farli crescere. A lui non devi per forza comprare un campione o un giocatore da 50 milioni. Se gli metti a disposizione un giovane bravo e gli dai tempo, Frank ne fa un calciatore importante. Se osservate i ragazzi che ha fatto crescere all’Ajax negli ultimi 5 anni, ve ne renderete conto. In Italia è un po’ più difficile aspettare i giovani perché c’è meno pazienza che in Olanda, ma nel calcio i risultati sono importanti dappertutto. E lui li ha sempre fatti».

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