Christian Eriksen, tornato a giocare a gennaio con il Brentford dopo l'arresto cardiaco accusato durante lo scorso Europeo e l'addio forzato all'Inter, in pochi mesi è riuscito a tornare in una big come il Manchester United. Una vera e propria favola per lui, ma un danno tecnico ed economico per l'Inter, come scrive Il Giornale: "Eriksen era un giocatore dell'Inter ed è stato lasciato libero dal club quando i medici hannodichiarato che con quel cuore, secondo le leggi sanitarie vigenti in Italia, non avrebbe potuto giocare. Dobbiamo essere fieri e solidali con lenostre leggi sanitarie nello sport: meglio uno scrupolo in più che un rischio in più. Ma cosa dovrebbe dire l'Inter che, ai tempi, spese 27 milioni, con stipendio da 7,5 milioni, ed ora lo ritroverà nel Manchester? Il club ha perduto danari e un calciatore che poteva fare la differenza. Per sostituirlo ha ingaggiato Calhanoglu (d'accordo, parametro zero), quest'anno è arrivato l'ottimo Mkhitaryan, magari mettiamoci un Dybala. Eriksen valeva tutti costoro. L'Inter se ne sarebbe giovata nell'ultimo campionato. Forse sarebbe ancora in rosa.
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Il Giornale – Eriksen al Manchester United una favola, ma che danno per l’Inter
Il centrocampista danese non ha più potuto giocare in Italia dopo l'arresto cardiaco accusato la scorso giugno
[...] Il vero colpevole è il gestore del football europeo. E forse l'Europa in genere che non usa, e non osa, regolamentare in modo univoco situazioni che riguardino tutti: nel caso specifico i club calcistici. Non si comprende perché applicare norme comuni per prodotti agro-alimentari, tanto per un esempio, ed invece si sottovaluti l'universo calcio perfino nella parte sanitaria che può comportare rischi di vita e pure economici: come l'Inter dimostra. L'Uefa non può pensare solo a coppe e tornei: dovrebbe salvaguardare protagonisti, gestioni e bilanci. Giusto per non tornare al caso Superlega. La storia di Eriksen si è risolta bene per il giocatore, ancora una volta maldestramente per il mondo del calcio".
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